Italiano cercava lo scatto mentale, il gruppo ha risposto con una grande (doppia) reazione. Vlahovic, Ikoné e la spinta del mercato: ma prima c’è il Verona
Può un pareggio valere come una vittoria? Assolutamente no, in termini di matematica e punti. Specie se come Italiano lo consideri “un esito innaturale per una partita di calcio”. Ma il punto di domenica contro il Sassuolo in realtà ha un grande valore per la Fiorentina. Perché dà consapevolezza, forza, entusiasmo. Perché non è un punto conquistato al termine di una partita vissuta a fare le barricate, ma che ha chiuso un match da 23 tiri (ventitré) dei viola e il 57% di possesso palla, con gli ultimi 22 minuti più recupero in inferiorità numerica. Nel mezzo quei primi 20 minuti della ripresa che sono uno spot per il calcio. L’atmosfera al Franchi era bellissima, fin dai primi assalti di Saponara, Vlahovic e compagni all’area neroverde. La rimonta era nell’aria, anche sotto di due gol.
FATTORE FRANCHI. E quando c’è una squadra così arrembante, che non si arrende di fronte a sfortuna (miracoli clamorosi di Consigli e non solo) e ingiustizie arbitrali (due cartellini a Biraghi assolutamente esagerati, gestione non lucida di alcuni episodi), tutto è possibile. Con il Franchi a recitare davvero il ruolo di “dodicesimo uomo in campo“, come era ai bei tempi. Un tutt’uno sottolineato sia da Italiano che da Dionisi a fine gara: “Stadio bellissimo, bel clima”, le parole del toscano neroverde. “Mi ha fatto venire i brividi, vogliamo questo, portare Firenze dalla nostra parte”, il commento dell’allenatore viola. “La città ha risposto alla grande. Mi convinco che quello che stiamo facendo sta portando entusiasmo. Quando siamo rientrati nel secondo tempo sentire tutto lo stadio caricarci e spingerci vuol dire che si sta creando qualcosa di unico, straordinario”.
UNA SPINTA IN PIU’. Con un’aggiunta, da parte di Italiano: “Se nel girone di ritorno riusciamo ad alimentare tutto ciò possiamo mettere in difficoltà chiunque. La squadra capisce che in passato qualcuno veniva qui a comandare, ora deve essere difficile venire qui a far risultato”. Già, come sono cambiati i tempi. La conferma nei numeri: in 9 partite di Serie A al Franchi, la Fiorentina ha ottenuto ben 19 punti, perdendo solo contro Inter e Napoli. Solo i nerazzurri e la Lazio hanno fatto leggermente meglio dei viola in casa, con 20 punti, così come il Torino, che però ha giocato una partita in più tra le mura amiche. E nel girone di ritorno la Fiorentina al Franchi avrà dei veri match-clou per l’Europa: Lazio e Atalanta a febbraio e Roma e Juve a maggio (l’ultima di campionato sarà proprio Fiorentina-Juventus). Giocarli con uno stadio così, con una squadra capace di trascinare una città intera, darà senz’altro una spinta in più.
CONSAPEVOLEZZA. Per una Fiorentina che sta sempre più alimentando l’entusiasmo. Un entusiasmo che può aumentare anche dopo un pareggio in casa contro il Sassuolo. Che, non dimentichiamolo, aveva vinto contro Milan, Juve e Lazio, pareggiato contro il Napoli e perso solo di misura contro Inter, Roma e Atalanta nella prima parte di stagione. Insomma, una squadra che contro le altre grandi aveva dimostrato di sapersi esaltare. Ma la Fiorentina ha saputo reagire anche contro le avversità. “La reazione della squadra è stata straordinaria. Sono contento perché a fine primo tempo sono stati i ragazzi a darmi ulteriore carica“, ha commentato Italiano. E se l’allenatore ha evidentemente toccato le corde giuste negli spogliatoi, anche dal gruppo stesso è nata la convinzione di poter rimettere in piedi la partita. Un ulteriore segnale da parte di una squadra che sta sempre più prendendo consapevolezza dei propri mezzi. Se negli ultimi anni lo spogliatoio era intriso di paura, ora c’è voglia di stupire, sorprendere, determinare. Lo scatto mentale che Italiano cercava.
SVOLTA MENTALE. Perché a livello psicologico il 2-2 con il Sassuolo crea un precedente positivo da cui attingere nei momenti difficili della stagione. Per la rimonta centrata ma anche per la capacità di soffrire e ripartire in inferiorità numerica. Del resto, quando la Fiorentina era andata in 10 contro 11 in stagione aveva sempre perso. Stavolta ha retto, e anche bene. Sono queste le possibili svolte di una stagione.
ULTIMO ‘SFORZO’ PRIMA DEL MERCATO. Ora il Verona, mercoledì, senza Biraghi ma anche contro un Hellas orfano di mezza difesa. L’ultimo ‘sforzo’ per chiudere in zona Europa un ottimo girone di andata. Vincere vorrebbe dire ‘girare’ a 34 punti in 19 gare: una proiezione da 68 punti, niente male. Ma soprattutto darebbe ulteriore slancio psicologico durante la sosta. Oltre che motivazioni aggiuntive in chiave mercato. Perché proprio le trattative di gennaio segneranno un punto di svolta importante. Se sarà davvero Ikoné a rinforzare le fasce offensive di Italiano, se arriverà una punta di buon livello e già pronta per affiancare Vlahovic (Borja Mayoral in pole), se si troveranno le giuste mosse anche in un centrocampo numericamente abbondante ma che ha avuto anche qualche problematica di infortuni e non solo (tra Castrovilli, Pulgar e Amrabat). Rinforzare questa squadra permetterebbe di dare una spinta decisa per l’assalto all’Europa. Così come gestire al meglio il caso Vlahovic, centravanti seguito dai grandi club europei che sta facendo la fortuna di Italiano e dei compagni viola. Uno che nel 2021 ha viaggiato ai ritmi di Cristiano Ronaldo è una stella che nessun altro può vantare nella corsa all’Europa.
Di
Marco Pecorini