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Quando tornare ad allenarsi: è scontro. Ma tanti club hanno già fissato la ripresa

Lotito e De Laurentiis spingono per tornare in campo, ma la Fiorentina e altri club sono in quarantena. Medici e giocatori dicono no.

Allenarsi o meno: nel caso, come e dove (in ritiro?), ma soprattutto, perché? È la domanda che si pone l’Aic, che ieri si è schierata contro tale possibilità con un duro comunicato: «Denunciamo la paradossale situazione che si sta verificando: nonostante l’intervento del Presidente del Consiglio, che ha adottato misure urgenti fino al 25 marzo, ci rattrista registrare un comportamento scriteriato di alcuni club, che si ostinano a convocare gli atleti in piccoli gruppi per il controllo della temperatura». Una posizione che fa seguito a quella dei medici di Serie A, responsabili penali e, pertanto, lontanissimi dall’idea di scendere in campo: «Esprimiamo una forte preoccupazione circa la tutela della salute dei tesserati, qualora si tornasse al lavoro. Consigliamo di non riprendere l’attività fino al miglioramento dell’emergenza». Appelli che verranno raccolti?, si chiede La Gazzetta dello Sport.

FERMI. Le 20 società del campionato sono attualmente ferme, tuttavia non c’è ancora certezza sui tempi della ripresa: dipenderà dall’evolversi della situazione legata al Coronavirus e dagli stessi club, che inevitabilmente non potranno non “pesare” la volontà di medici e Aic. Intanto i centri sportivi sono deserti. A partire dalla Continassa, quartier generale di una Juventus in quarantena dopo la positività di Rugani. Stesso discorso per l’Inter, avversaria l’8 marzo: nessun caso e Pinetina off-limits. Nonostante l’idea di Lotito – che con De Laurentiis ribadisce l’importanza dell’allenamento -, la Lazio resterà ai box fino al 21 marzo. L’Atalanta non metterà piede a Zingonia almeno fino a domani, tranne i giocatori che non hanno la famiglia a Bergamo e stanno vivendo nel centro tecnico: nelle prossime ore il club aggiornerà il programma, in base alle decisioni collettive che verranno prese.

VIOLA E NON SOLO. La Roma tornerà a Trigoria mercoledì (seduta alle 11), quando toccherà anche a Napoli e Parma, ma pure in questi casi non è da escludere uno slittamento. Bologna al lavoro 24 ore dopo, il 23 marzo sarà il turno del Milan (ore 14), il giorno precedente dovrebbe terminare l’isolamento volontario del Verona. Il 24 tornerà a sudare il Sassuolo, il 21 il Cagliari, mentre a Firenze la situazione è più articolata: constatata la positività di Vlahovic, Cutrone, Pezzella e del fisioterapista Dainelli, la quarantena durerà fino al 26, poi si vedrà. Dalla Fiorentina all’Udinese, passaggio non casuale: calciatori in isolamento nelle rispettive abitazioni fino al 22 (ripresa il 23) proprio per il caso Vlahovic (i friulani hanno sfidato la Viola l’8 marzo). Solo dopo quella data Gotti e lo staff medico faranno il punto.

SAMP E LE ALTRE. Il Torino sta valutando se tornare al Filadelfia il 17 o il 18: nulla è stato stilato, anche in casa granata la situazione potrebbe cambiare in base agli eventi. Capitolo Samp: positivi Gabbiadini, Colley, Ekdal, La Gumina, Thorsby, Depaoli, Bereszynsky e il dott. Baldari. Attività sportive sospese, quelle organizzative (essenziali) procedono da remoto. Il Genoa, invece, ha posticipato la ripresa (inizialmente fissata per domani), il Lecce dovrebbe (condizionale d’obbligo) ritrovarsi sempre domani al Via del Mare, mentre la Spal – da calendario – tornerà in campo il 24. Infine il Brescia, agli ordini di mister López dal 28. Scenari (tutti) con poche certezze e mille punti di domanda: sarebbe bello cancellarne qualcuno, ma purtroppo è ancora presto.

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