
Il 36enne esterno francese è pronto a far sognare Firenze, ma una parte di tifoseria è scettica per l’età e la tenuta dell’ex Bayern Monaco. Sulla carta, però, non è proprio un ‘bollito’.
Trentotto presenze, di cui venti da titolare. Con sette gol e quattro assist. Questi i numeri di Franck Ribery con la maglia del Bayern Monaco l’ultima stagione. Tra questi, anche sette gettoni in Champions League. Insomma, a 36 anni, qualche acciacco sì, come i piccoli problemi che lo hanno limitato a metà stagione, ma anche una discreta continuità e soprattutto la capacità di riuscire ancora a fare la differenza. La brillantezza non sarà quella dei tempi migliori per 90 minuti, ma il guizzo, le accelerazioni del campione ci sono ancora. Basti guardare l’ultima rete del 18 maggio scorso, all’ultima partita con il Bayern Monaco: dribbling in accelerazione in mezzo ai due difensori, tocco sotto ad anticipare l’ultimo avversario e il portiere. Estro, fantasia e rapidità. Le armi migliori mostrate per tutta la carriera da Franck Ribery.
NO A CAMPIONATI SECONDARI. Svincolato di lusso che vuole ancora giocare in campionati competitivi, e a livelli importanti. Soprattutto, sentirsi trascinatore per raggiungere degli obiettivi. Al Bayern Monaco ha imparato a puntare a vincere tutto, sempre e comunque. Nell’estate senza contratto ha rifiutato faraoniche proposte da campionati di livello inferiore. Non solo gli Emirati Arabi, anche la Russia. Chi lo conosce bene confida della grande voglia di sentirsi ancora giocatore vero. E l’ultima stagione lo racconta: a 36 anni è stato protagonista comunque di un’annata importante. Non da fuoriclasse come qualche anno fa, ma da giocatore di assoluto livello sì.
NON E’ UN ‘BOLLITO’. Alla Fiorentina magari non giocherà tutte e 38 le partite di campionato più la Coppa Italia per 90 minuti. Ma senz’altro sarà utilissimo nel portare estro, qualità e fantasia negli ultimi metri di campo. Dove alla fine si determinano le partite. E a pensare ai vari Pjaca, Eysseric, Gil Dias, Tello o altri del recente passato, il passo in avanti pare evidente. Non viene da una stagione ai margini, non è reduce da un’annata in panchina o con grossi problemi fisici, non ha perso la fantasia e le accelerazioni nel breve che lo hanno portato a vincere tutto con il Bayern. Insomma, non si tratta di un ‘bollito’. Lo dicono le partite di qualche mese fa.
ETA’. La carta d’identità dice 36 anni, ma non sempre l’età è sinonimo di ‘bollito’. Specie negli ultimi anni. Quagliarella ha la stessa età, ed è fresco di titolo di capocannoniere di Serie A. Ronaldo (anche se parliamo di un livello superiore) è considerato tra i migliori al mondo a 34 anni. Toni, anche se veniva da 3-4 anni negativi, a 36 primavere si rilanciò proprio in maglia viola, prima di segnare 44 gol in due anni (51 in tre stagioni) al Verona. E ancora Joaquin a 38 anni continua a fare la differenza nel Betis, e qualche anno fa fu strabiliante in viola addirittura a tutta fascia. E poi Pizarro e campioni come Zanetti, Totti, oltre a Ibrahimovic, Lampard, Gerrard, Xabi Alonso, Van Persie: tutti hanno lasciato il segno anche da ‘vecchi’, alcuni anche oltre l’età dei 36 anni. Esempi, ruoli e casi diversi, ma emblematici di come un grande atleta, e un campione, possa dir la sua anche con la carta d’identità navigata. In Italia si ricordano anche Klose, Di Natale, Palacio che gioca ancora, oltre ai bianconeri Barzagli e Chiellini. Fino ad Enrico Chiesa, che tra i 34 e i 36 anni fece 32 gol in tre anni in Serie A al Siena.
RIMETTERSI IN GIOCO. Ci sono poi anche i casi negativi, chiaramente. Su tutti Eto’o, con una breve e costosa parentesi alla Sampdoria. Qualcuno paragona l’acquisto di Ribery a quello di Gomez, fosse solo per l’esperienza al Bayern Monaco: detto che il ‘Panzer’ resta un caso più unico che raro nel suo genere (tra caratteristiche tecniche, fisiche e psicologiche, e una sfortuna infinita), c’è da dire che Mario arrivò in viola nel punto forse più alto della sua carriera (a 28 anni), rappresentando un investimento e delle aspettative anche decisamente superiori rispetto al francese. Il parallelismo, quindi, ci sta poco. Ribery è un giocatore integro, con altra determinazione e altra ‘testa‘. Pronto a rimettersi in gioco. L’ultima stagione dimostra che, nonostante i 36 anni, si tratta di un calciatore tutt’altro che finito.
https://www.youtube.com/watch?v=5dMJJPWiAvI&t=2s
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Di
Marco Pecorini