
DIETRO al sogno più grande dell’era Della Valle c’era lui. Sogno che poi la realtà ha – in modo malvagio – trasformato in incubo. Daniele Pradè agì con il mandato più importante, quello della famiglia Della Valle, quando riuscì a mettere sotto contratto Giuseppe Rossi e Mario Gomez. Due big assoluti, adatti, appunto a tentare un sogno. Due assi che – anche se con la scommessa del ’prezzo più basso per un rischio più alto’ – non hanno saputo dare alla Fiorentina quello per cui la stessa Fiorentina li aveva voluti. A tutti i costi. Fu Daniele Pradè a scrivere la sceneggiatura dell’acquisto di Pepito e poi di SuperMario, quel Pradè che adesso è responsabile dell’area tecnica della Sampdoria. E’ ripartito da Genova, l’ex ds viola.
Si puntò tutto sui due attaccanti, dove puntare tutto significa semplicemente investire una montagna di soldi. Ma Rossi e Gomez segnati da una sfortuna personale ai limiti dell’incredibile, anzichè consegnare alla Fiorentina un posto in Champions o magari una coppa (anche piccola), hanno finito per trascinare la squadra viola nell’anonimato. Tanti soldi per niente. Ritornello terribile, con Pradè chiamato nel corso delle successive sessioni di mercato a guardare più a disavanzi o plusvalenze che al resto. Fino, e la scena è del gennaio 2016, l’ultimo affare (chiamiamolo così), dell’ultimo giorno del mercato d’inverno: l’ingaggio di Benalouane.

Di
Redazione LaViola.it