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Editoriali

Punto buono, ma senza vincere è dura per l’Europa. Muriel oscura (già) Simeone. Idee per il centrocampo, ora c’è Gagliardini

Solo due vittorie nelle ultime 14 gare, sei successi in 20 partite: serve un girone di ritorno diverso per sperare nel 7° posto. Magari grazie ad un Muriel sorprendente.

E’ la classica storia del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Ancora più ampliata da un 3-3 che al suo interno ha visto tutto e il contrario di tutto, prodezze ed errori banali, cuore e disattenzioni. Un punto buono, per la Fiorentina, contro la Sampdoria. Specie per come si era messa la partita: sotto di un uomo dal 40′, sotto di un gol fino al 93′. E poi l’intelligenza di Veretout, la giocata di Chiesa, il guizzo di Pezzella. E quella fascia DA13 rivolta al cielo. “Noi siamo quelli che non molleranno mai”, urla l’argentino e con lui tutto il gruppo viola. Alla fine grande esultanza, scontri diretti pareggiati con i doriani (1-1 a Marassi, nella classifica avulsa non contano i gol in trasferta) e scongiurata l’eventualità di perdere ancora in casa e di andare a -6 da Giampaolo.

BENE, MA… Resta però l’amaro in bocca. I rimpianti, gli ennesimi di un campionato del ‘vorrei ma non posso’. Del ‘ci provo ma non riesco’. Questione di centimetri spesso (i tanti gol sbagliati), di disattenzioni, di errori di gioventù e poca esperienza. Contro una Samp “che andava al 30%” (come ha ammesso Giampaolo, facendo mea culpa sui carichi di lavoro troppo pesanti in settimana), la Fiorentina stava per perdere in casa. Bel gioco (forse la miglior Fiorentina della stagione), un Muriel straripante, doriani spesso all’angolo… ma alla fine i viola hanno raccolto ancora poco rispetto a quanto premesso. Una vittoria domenica avrebbe consentito l’aggancio ai rivali e una posizione più nobile verso l’Europa.

OBIETTIVO. Che poi, l’Europa, resta l’obiettivo generale. Ma il rischio è che la classifica possa allungarsi nel giro di qualche settimana, e che quindi i punti inizino a farsi pesanti. La Lazio 6° è a 5 punti di distanza, l’Atalanta 7° a 4 punti, con la Dea che viaggia a mille e ha uno Zapata che segna a ripetizione (13 gol nelle ultime 7 gare). Poi la Samp, il Torino, nel mezzo pure il Parma rivelazione… sarà una corsa molto complicata, anche perché i biancocelesti di Inzaghi sembrano obiettivamente superiori agli altri così come Roma e Milan, che pure ad oggi restano a 6-7 punti dai viola. Non lontanissimi, ma potenzialmente possono staccare il gruppo.

SERVE VINCERE. E così, senza vincere per la terza gara di fila, è difficile andare a rimontare punti e posizioni. La Fiorentina ha vinto solo 2 volte nelle ultime 13 gare di campionato, per 14 punti conquistati da inizio ottobre. Nello stesso periodo il Torino e il Parma hanno fatto 4 punti in più dei viola, la Samp 5, la Lazio 6, il Milan e la Roma 8, l’Atalanta 11. Così si sono create le distanze attuali. Appena 6 vittorie nelle prime 20 giornate: stesso esatto score (molto negativo) degli anni con Mihajlovic e Delio Rossi. 27 punti, uno in meno dello scorso anno, appena 2-3 in più degli anni con Sinisa e Delio. “Dobbiamo migliorare il girone di andata”, ha ripetuto Pioli. Con la Samp è stato bissato il pari d’andata, nelle prossime in trasferta con Chievo e Udinese servirà ribadire la doppia vittoria iniziale. Sarebbe fondamentale riprendere quota in classifica.

FENOMENO. Senz’altro la gara con la Samp ha scacciato i problemi offensivi. Momentaneamente o definitivamente? Presto per dirlo, ma l’impatto di Muriel è stato devastante. Una doppietta che ha ricordato a qualcuno Ronaldo, ad altri Baggio, ad altri ancora Rossi o Edmundo. Firenze si gode la nuova stella, sperando che faccia la differenza per un girone di ritorno davvero diverso. E più divertente. Anche Chiesa sembra rinvigorito con un partner così. “Ha fatto più Muriel in due partite che Simeone in un girone di campionato”, hanno sottolineato i più maliziosi. Senz’altro ora per il Cholito serve uno scatto, una reazione. Contro la Samp due occasioni molto ghiotte non concretizzate, sostituzione al 45′ per far spazio a Dabo e raffica di 5 in pagella.

ALL’OMBRA DI LUIS. Contro il Torino era rimasto in panchina per far spazio a Muriel (poi era stato determinante con l’ingresso e lo ‘strappo’ per il vantaggio), contro la Samp è stato il primo attaccante ad uscire. Senz’altro ora Simeone rischia di rivedere il suo ruolo di ‘intoccabile’ nello scacchiere di Pioli. Il tecnico domenica ha schierato per la prima volta l’argentino e il colombiano insieme, chissà se l’idea sarà ribadita anche nella prossima settimana con tre partite (Chievo, Roma e Udinese) cruciali. Sta a Simeone reagire e ‘sfruttare’ l’effetto Muriel. Più spazi anche per lui davanti, più occhi puntati magari sul colombiano. Altri 340′ a secco per l’argentino, che vive un momento decisivo anche della sua carriera. Deve tornare protagonista, ora c’è concorrenza davanti.

GAGLIARDINI. Dal campo al mercato, per gli ultimi 10 giorni di trattative. Applausi generali per aver riportato in Italia un Muriel così (in Spagna scrivono che addirittura il Barcellona avrebbe trattato il colombiano prima dei viola, a dicembre), adesso il mirino è puntato sul centrocampista. Preso Traoré per luglio, la volontà è quella di migliorare la mediana di Pioli anche per l’immediato. Lo stesso tecnico ha manifestato questa necessità, qualora ci fosse l’occasione giusta. Resta l’idea Diawara (in prestito), così come Rog, mentre le ultime raccontano di un sondaggio per Gagliardini dell’Inter. Un giovane (’94) con esperienza nel calcio italiano, una ‘vecchia promessa’ che si deve ritrovare. Ormai sparito dalle gerarchie di Spalletti (non gioca in campionato da inizio dicembre, appena 589′ totali, ed è fuori dalla lista Uefa), Pioli lo conosce bene avendolo fatto debuttare (e giocare con continuità) in nerazzurro. La strada sembra essere quella del prestito con diritto di riscatto: all’Atalanta sembrava un predestinato, all’Inter dopo aver toccato la Nazionale si è perso. Firenze potrebbe essere la piazza giusta per ritrovarsi, magari con le giuste motivazioni. Non un fenomeno, spesso immerso nelle difficoltà dell’Inter nell’ultimo anno. Ma tra Norgaard, Gerson ed Edimilson, potrebbe conquistarsi un posto da titolare. E forse dare qualcosa in più al centrocampo viola.

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