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Pulgar, polmoni e quantità. Ma qualità in calando. Dusan, che sprint: scatto da velocista

Le due facce della gara contro l’Inter. Pulgar delude, anche se corre come un dannato. Ma la qualità è in calo. Vlahovic, che scatto, prima di esplodere il gol del pareggio

La generosità non gli è di certo mancata. Ma Erick Pulgar continua a non convincere a pieno dal punto di vista della qualità. Anche contro l’Inter tanti gli errori dell’ex Bologna, che dopo un avvio di stagione superlativo, tra reti dal dischetto e assist, non sta convincendo da diverso tempo.

ERCIK POLMONI E CUORE, MA LA QUALITA’… Contro i nerazzurri Pulgar ha messo in archivio l’ennesima prestazione da maratoneta.

12.7 i km messi a referto dal cileno, che si conferma il viola che corre di più in Serie A, e quasi in assoluto il calciatore che percorre la distanza media più elevata del campionato, a ridosso del podio.

Troppi gli errori anche in quella che doveva essere la sua specialità, ovvero il calcio da fermo. Come si era visto anche a Firenze nelle prime gare della stagione. Non solo la freddezza dagli undici metri, dove è ancora a punteggio pieno con 3 rigori segnati su 3 calciati, ma anche alla voce assist il suo destro si era rivelato un’arma preziosa: “Con quel piede che ha sappiamo che da qualsiasi calcio da fermo può nascere qualcosa di pericoloso, ed io mi faccio trovare spesso pronto pensando che la palla possa arrivare lì”, disse Nikola Milenkovic dopo il gol all’Udinese. Ma da allora, di assist, non ne sono arrivati più dallo stesso Pulgar. Che anzi, anche contro l’Inter, ha sbagliato un sacco di cross dalla bandierina e da calcio da fermo, confermando le difficoltà tecniche che sta vivendo nelle ultime settimane.

Certo giocare in un reparto in cui Badelj non è certo un velocista o un corridore, e Castrovilli ha piena licenza di spingere, non facilita la lucidità richiedendo enormi sforzi fisici in fase di copertura. Ma Pulgar può e deve migliorare.

FULMINE DUSAN Mentre Pulgar delude, ancora, Dusan Vlahovic si prende le copertine di tutti i quotidiani.

E non potrebbe essere altrimenti. Il gol è da applausi, per come lo ha realizzato e anche per come se lo è costruito con uno scatto da centometrista.

Il tutto resistendo al ritorno di Skriniar, non certo l’ultimo difensore del campionato, prima di scagliare in porta un siluro da sballo e freddando senza appello Handanovic, forse il portiere più decisivo della Serie A. Un’esplosione fisica, sullo scatto e con quel bolide di sinistro dopo una progressione di quasi 50 metri, in cui Dusan Vlahovic ha potuto dare sfogo a tutta la rabbia che aveva dentro per le occasioni fallite nelle precedenti gare, e un segnale per dire a Montella e a chi aveva iniziato a storcere il naso su di lui che Vlahovic, adesso, è davvero pronto.

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