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La Fiorentina gioca come se fosse una partita di campionato, e di fatto lo è, mentre il Parma la prende, perlomeno nel primo tempo, come una sfida amichevole di fine stagione. Ecco qui spiegato il successo della Viola che si butta alle spalle le due sconfitte consecutive da cui veniva, fa un passo importante verso la salvezza e lascia gli emiliani a tormentarsi tra i dubbi: dopo tre k.o. di fila, con sette gol subiti, sarà forse il caso di rivedere qualcosa e di evitare di parlare di sogno Europa League. Il Parma, se va a mille all’ora, può mettere in crisi chiunque, ma se rallenta, se abbassa il ritmo e se non verticalizza diventa prevedibile e facile preda del nemico. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
SOLO LA VIOLA. Beppe Iachini, che non ha trascorso giorni facili dopo lo scivolone interno contro il Sassuolo e ha visto l’ombra del suo possibile successore volteggiare sopra la sua testa, si è affidato al sano realismo: lo spettacolo può aspettare, ora servono i punti e serve soprattutto una formazione figlia della logica e non dell’emozione. E allora 5-3-2, fuori Castrovilli e Chiesa, difesa bloccata, e Ribery a fare da raccordo tra centrocampo e attacco. La Fiorentina prende possesso del campo fin dall’avvio e imposta un ritmo che non è un allegro rock’n’roll, ma un più posato tango. Il Parma cade nella trappola, si lascia imporre lo spartito e non riesce mai a rispondere in contropiede perché la Viola è organizzata molto bene. Ne consegue che in campo, nel primo tempo, c’è una sola squadra: quella di Iachini. I due rigori trasformati da Pulgar (dubbio l’intervento di Darmian in occasione del secondo) sentenziano una superiorità che è netta (Venuti, prima dell’1-0, centra pure la traversa con un missile da fuori area). Del Parma nessuna traccia tanto che si sente il portiere Sepe gridare ai suoi compagni: «Quand’è che cominciamo a giocare?».
REAZIONE. Nella ripresa D’Aversa inserisce Cornelius al posto di un evanescente Karamoh e ordina di buttare il pallone lungo. Dopo 5 minuti, proprio su un’azione così disegnata, gli emiliani ottengono il rigore che riapre la partita: Kucka è ostacolato da Pezzella (decisione dubbia pure questa). Lo stesso Kucka trasforma dal dischetto e a questo punto ci si aspetta un arrembaggio del Parma che, invece, man mano che passano i minuti, si spegne come una candela. E’, anzi, la Viola ad avere le occasioni migliori: prima Cutrone, imbeccato da Chiesa, spara su Sepe (e da lì un centravanti deve fare gol), poi Chiesa disegna un velenoso diagonale che sfiora il palo e infine Sottil si vede respingere dal portiere del Parma un tiro a botta sicura. La reazione del Parma è tutta in un tiretto dalla distanza di Sprocati al minuto 51 della ripresa. Troppo poco per pretendere la gloria.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
									 
									 
									 
																	 
														
Di
Redazione LaViola.it