Settimana chiave per il cileno che a Genova potrebbe giocare titolare al posto dello squalificato Amrabat
Per capire se Erick Pulgar riuscirà a mettersi per sempre alle spalle la fase di appannamento di cui è stato vittima dopo la battaglia con il Covid esistono per adesso solo due strade. Il tempo e il campo. Le parole di Prandelli dopo la partita con l’Inter hanno acceso un campanello d’allarme sul cileno. Da inizio stagione, per problemi di salute, conseguente ritardo di condizione e un inevitabile calo motivazionale, è quasi sempre stato un oggetto misterioso. Al punto tale da non essere riuscito a bissare il rendimento che lo scorso anno aveva accumulato nel girone d’andata. Scrive La Nazione.
Quindici presenze, nessun gol e appena cinque partite dal 1’. Numeri lontani anni luce rispetto all’inizio della scorsa stagione. Quando la pandemia (che ha messo a dura prova la salute del numero 78) era ancora uno spettro lontano. E lo sparviero di Antofagasta – così lo chiamano nella sua città – aveva collezionato nella prima parte di campionato già tre gol, saltando solo una gara per squalifica. A un anno di distanza, il mondo per Pulgar sembra essersi capovolto. E tutto per colpa del coronavirus, che l’ex Bologna ha contratto ad agosto durante una vacanza in barca.
La sua positività ha sfiorato le tre settimane
E anche dopo la guarigione il giocatore ha impiegato un mese prima di riprendere a lavorare in gruppo. Gravato in modo evidente dai postumi di un virus subdolo che anche a distanza di tempo pare però aver lasciato il segno. E questo anche ora, visto che rispetto a prima l’autonomia che Pulgar manifesta in campo non sembra essere più quella di un tempo. Come confermano i soli 152’ che Prandelli gli ha concesso nell’ultimo mese. Inevitabile dunque che il giocatore, lontano migliaia di chilometri dalla famiglia, abbia dovuto fare i conti con un periodo difficile. Durante il quale però è stato fondamentale il sostegno dei suoi amici fiorentini.
Da Akram a Viola passando per Moa e Monsef. Tutti hanno recitato un ruolo chiave per il morale di Erick che adesso – fa sapere la Fiorentina – sta pian piano riscoprendo i ritmi e l’intensità di gara. Grazie ad una ritrovata serenità e al lavoro quotidiano al centro sportivo, dove viene seguito passo dopo passo da un preparatore.
Di
Redazione LaViola.it