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Rassegna Stampa

Pulgar e Badelj si giocano tutto nel finale di stagione (sempre che si giochi)

Le dodici partite che rimangono da giocare saranno una specie di prova definitiva per i due centrocampisti in bilico

Pulgar e Badelj hanno giocato in coppia con Montella mentre Iachini ha fatto una scelta differente. Ha puntato su Pulgar per il ruolo di regista con Badelj alternativa. Lo scrive il Corriere dello Sport-Stadio.

E sappiamo anche che i risultati in un modo o nell’altro sono stati al di sotto delle aspettative generali, con peso specifico diverso nel giudizio, e per questo le dodici gare che rimangono saranno quelle che influenzeranno le mosse sul mercato.

Castrovilli è un punto fermo della Fiorentina del presente e del futuro e Commisso ha già fatto sapere che per lui non vale il discorso relativo a Chiesa. Duncan è arrivato subito a gennaio come rinforzo mirato e Amrabat è stato il super investimento con sei mesi d’anticipo sui tempi previsti per battere folta e agguerrita concorrenza a prezzi ancora ragionevoli, considerando l’ottimo campionato disputato dal marocchino-olandese del Verona.

Insomma, il club di Commisso ha costruito le basi della prossima stagione con largo anticipo iniziando oculatamente dal centrocampo, cioè dal reparto che può influenzare il rendimento dell’intera squadra. Nel bene e nel male. E qui allora s’incastra la necessità per Pulgar e, soprattutto, per Badelj di dimostrare che in quella Fiorentina che sarà loro ci possono stare.

L’ex del Bologna ha dalla sua una stagione sì in chiaroscuro finora, ma certo non negativa. Ha dimostrato di avere personalità (è il rigorista designato, tra le altre cose), di sapersi adattare tatticamente, di anteporre gli interessi del gruppo a quelli personali. Però ha bisogno di crescere e affinarsi come regista “puro” che – va ribadito – è ruolo particolare con concetti di gioco particolari. La fiducia che l’accompagna di compagni e società è una carta a suo favore.

Quanto a Badelj. La sua leadership nello spogliatoio è conosciuta e riconosciuta, ma il Milan ritornato a Firenze non è stato all’altezza di quello precedente. Anzi, ha acuito i dubbi che comunque avevano accompagnato in alcuni tratti anche la prima esperienza in viola, pre Lazio. Ma se Badelj fosse sempre quello visto a San Siro contro i rossoneri non ci sarebbero i dubbi di cui sopra, ma la prova del “Meazza” è rimasta un lampo isolato. Ecco perché sono così importanti le dodici partite che restano: e sono tante per chi vuol cambiare il corso delle cose.

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