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Pulgar, 14 punti (su 43) per la causa viola tra gol (su rigore) e assist (da corner). Ma in cabina di regia…

Pulgar ha portato in dote alla causa della Fiorentina un terzo dei punti con gol (tutti su rigore) e assist (tutti da corner). Ma in cabina di regia non convince

Il tabellino dei marcatori è spesso la prima cosa che conta. La voce assist è solitamente la seconda. E Erick Pulgar, che mercoledì ritrova la sua ex squadra, per la causa della Fiorentina 2019-20 è stato decisivo. Sui 43 punti ottenuti dalla squadra viola, il cileno ne ha portati un terzo.

GOL. Sei i centri stagionali, tutti dagli undici metri. Pesantissimi come i due trasformati a Parma. O come quello col Milan all’andata che aprì le danze per la vittoria di 1-3 dei viola a San Siro. Così come quello contro i rossoneri al Franchi che permise a Iachini di strappare un punto in rimonta. Ai quali aggiungere quelli inutili ai fini del risultato contro Napoli e Genoa all’andata. L’ultimo, a dire il vero, lo ha sbagliato, a Lecce, ma la percentuale realizzativa resta stratosferica con l’86% di gol messi a segno dal dischetto in stagione.

ASSIST. All’Olimpico, il suo assist per il colpo di testa di Milenkovic, ne avrebbe potuto portare un altro alla classifica della Fiorentina se nel finale fosse stato applicato correttamente il regolamento. Resta comunque a referto il suo quarto assist da tiro dalla bandierina. Anche questi più che decisivi, come quello per il gol da tre punti di Milenkovic stesso in Fiorentina-Udinese, o quello sempre da tre punti per Pezzella con la Spal. Col Brescia, invece, il gol di testa del capitano portò in dote solo un punto.  La combinazione assist Pulgar-gol Milenkovic è tra quelle più ricorrenti in Serie A.

pulgar milenkovic

dati whoscored

Sono, dunque, quattro gli assist messi a referto in questa Serie A dal cileno. Ai quali aggiungere quello di San Siro in Coppa Italia per il gol di Caceres contro l’Inter, e quello, forse il più bello, contro l’Atalanta sempre in Coppa per il gol vittoria di Lirola che portano il computo a sei suggerimenti vincenti.

MA IN CABINA DI REGIA…Tuttavia, in mezzo al campo, continua a non convincere a pieno. Quel passaggio tagliato per il gol dell’ex Sassuolo a inizio 2020 pareva un punto di svolta per Pulgar. Verticalizzazioni e regia, in fondo, parevano essere nelle sue corde quando arrivò la scorsa estate. Con una spruzzata di fase di interdizione. Dapprima sempre assieme a Badelj in mezzo al campo, poi da solo, però, non ha certo brillato quanto a costruzione di gioco. E in ottica futura, visto l’acquisto di Amrabat, viene da chiedersi se Pulgar possa essere una pedina imprescindibile della mediana viola o se si possa anche lasciarlo partire. O tenerlo come alternativa, a quel punto decisamente importante.

MEDIANA A DUE. L’idea di far nascere la Fiorentina del prossimo anno su un centrocampo a due sta sempre più prendendo corpo. Uno di quei due è sicuramente Amrabat, l’altro, con Castrovilli più alto a fare il trequartista, potrebbe arrivare dal mercato. Duncan, preso a gennaio, tranne qualche passaggio a vuoto ha dimostrato di trovarsi meglio in un centrocampo a due piuttosto che a tre. E se dovesse arrivare un pezzo pregiato dal mercato qualche valutazione, anche sullo stesso Pulgar, andrà fatta. Possono bastare i gol su rigore e gli assist da calcio da fermo? La domanda sorge spontanea. E va di pari passo con quella:  con un altro allenatore e un’altra filosofia di gioco Pulgar avrebbe reso o potrebbe rendere in maniera diversa?

SIRENE. Pulgar continua ad essere al centro di voci di mercato provenienti soprattutto da Spagna e Inghilterra. Siviglia, West Ham, ed altri club lo hanno messo nel mirino da diversi mesi. Il profilo è di quelli tipici da Liga. L’anno scorso la Fiorentina lo prese pagando la clausola per poco più di 12 milioni dal Bologna, e adesso dovrà decidere, anche considerando che la carta d’identità recita 1994, se sono più i margini di crescita o i limiti del cileno. Perché, e su questo non vi sono ormai più dubbi, il reparto in cui la Fiorentina ha sofferto di più quest’anno è stato proprio il centrocampo. Oltre, ovviamente, all’attacco, ma forse più come naturale conseguenza dell’assenza di idee in mediana piuttosto che per limiti delle punte stesse. Aspetti, che per puntare all’Europa, dovranno essere assolutamente risolti.

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