Corsa contro il tempo per capire se l’Italia potrà ospitare quattro partite dell’Europeo. Serve l’ok per gli spettatori sugli spalti
Abbiamo dieci giorni. Dieci giorni per riempire la X necessaria per difendere la frazione italiana dell’Europeo. Cioè per indicare il numero di spettatori che potranno arrivare allo stadio Olimpico di Roma per le quattro partite che il calendario ci assegna, le tre sfide del girone eliminatorio con Turchia, Svizzera e Galles (11, 16 e 20 giugno) e il quarto di finale (3 luglio), scrive stamani La Gazzetta dello Sport.
Ieri la Uefa ha dato i numeri, si fa per dire, dividendo in qualche modo fra promossi e rimandati. Da una parte le otto città che hanno già indicato la capienza «distanziata» per i loro stadi: San Pietroburgo, Baku, Amsterdam, Copenaghen, Bucarest, Glasgow, Budapest e naturalmente Londra, sede di semifinali e finale. Dall’altra le quattro che ancora non sono riuscite nell’impresa. Roma (con la «disponibilità» del ministro della salute Roberto Speranza) e Monaco di Baviera (dove il land ha detto sì ma manca ancora il via libera del governo centrale) sembrano comunque più avanti di Bilbao e Dublino, che appaiono, a sentire le stesse federazioni calcistiche, vicine alla resa. Fatto sta che i tempi si stringono: la scadenza per le città è stata fissata per il 19 aprile, il giorno dell’esecutivo Uefa, «per fornire ulteriori informazioni sui loro piani e in quella data verrà presa una decisione finale». Eccoci allora tornare al bivio. Che è illustrato praticamente da una parola: «disponibilità». È stata usata dal ministro della Salute Roberto Speranza nella sua lettera alla Federcalcio sulla possibilità di avere il famoso 25 per cento di capienza, la soglia fissata dall’Uefa. E la stessa parola ha usato il Cts, con la nota però che «al momento non è possibile confermare gli incontri in presenza di pubblico».
Bisognerà interrogare la curva del contagio e l’andamento delle vaccinazioni. Non c’è troppo tempo per farlo. Ieri Gravina si è sentito con la sottosegretaria Vezzali e con Speranza, nei prossimi giorni ci sarà un incontro fra Federcalcio e Cts per la definizione di un protocollo. La Uefa rispetterà tutte le scelte degli scienziati sulle modalità di ingresso (pass vaccinale, app, tamponi) allo stadio.
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Redazione LaViola.it