In settimana aveva provato il 3-4-2-1 con Ribery e Callejon dietro a Kouame, ma anche il 3-5-2 senza lo spagnolo. E le sostituzioni in partita non hanno convinto
«Giocare a calcio è semplice, ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile». Ne ha dette, fatte e pensate parecchie, Johan Cruijff. Questa frase però, una delle più celebri, è forse la migliore per descrivere quello che sta accadendo alla Fiorentina. Una squadra che, dopo sei giornate di campionato, è ancora senza una precisa identità. Fatica a difendere ma, allo stesso tempo, si perde quando deve costruire. Colpa anche di alcune scelte che portano con se un’infinita serie di equivoci, scrive il Corriere Fiorentino.
CONTRADDIZIONI. Quella di ieri è stata forse la partita peggiore. Una specie di manifesto della confusione che, in questo momento, regna nella testa di Beppe Iachini. Con un esempio che fa da «titolo»: due sette (veri), schierati da (falsi) nove. Tu chiamale, se vuoi, contraddizioni. Una scelta, quella di schierare Callejon e Ribery come tandem d’attacco, nata dopo mille riflessioni, e altrettante prove in allenamento. L’attacco «piuma», il 3-4-2-1 con FR7 e l’ex Napoli alle spalle di Kouame e l’esclusione di Bonaventura, il 3-5-2 con Callejon fuori e il francese al fianco di una prima punta. Tanto che, alla vigilia, gli stessi giocatori (e con loro i dirigenti) non avevano le idee veramente chiare su quale sarebbe stata la formazione anti Roma. Segnale evidente di come, lo stesso allenatore, fosse arrivato all’appuntamento senza certezze. Il risultato, è sotto gli occhi di tutti.
CAMBI. Una questione, quella delle scelte in attacco, che va avanti da inizio stagione. Le sostituzioni, quando Iachini si è rimangiato la scelta iniziale, non hanno convinto. Basta pensare al finale di partita con Kouame centravanti (forse l’unico dei tre a non averne le caratteristiche), Cutrone largo a sinistra, e Vlahovic a destra.
CENTROCAMPO. E poi Callejon. Invisibile, da punta, e sostituito cinque minuti dopo esser stato riportato nel suo ruolo naturale. Anche la sostituzione di Castrovilli (unico a segnare con continuità in questo avvio di stagione) dopo soli 45’ non ha convinto. Soprattutto perché, al suo posto, è entrato Pulgar. Come se ci fosse da difendere il risultato. E non si può non tornare sul caso Amrabat. Da mezzala più forte dello scorso campionato, ad anonimo regista. E così, la Fiorentina, si è persa. «Ma cresceremo», assicura Iachini che poi taglia corto: «Dimissioni? E perché? Sono pressioni normali».

Di
Redazione LaViola.it