
La cooperativa del gol e un grande Nico, ma i viola dimostrano di essere grandi anche tenendo in panchina l’argentino. Un altro blitz di Italiano a Napoli
Italiano è un habitué, ma vincere a Napoli ha sempre un significato importante. Iniziò ai tempi dello Spezia rovinando l’Epifania 2021 ai tifosi azzurri, ha continuato poi in viola vincendo tre volte su quattro incroci al Maradona. Da Spalletti a Garcia, il trend non è cambiato. Anzi. Perché la Fiorentina di domenica sera ha dominato, a livello tecnico e tattico, una squadra che cinque mesi fa festeggiava lo Scudetto con pieno merito. Questo Napoli è molto lontano da quello tricolore, si dirà, ma martedì scorso aveva fatto paura al Real Madrid. Insomma, impresa è e impresa resta, quella viola.
SCACCO. Nelle modalità, prima che nel risultato. Perché la Fiorentina ha preparato la sfida in un allenamento e mezzo, di fatto, dopo le fatiche di giovedì con il Ferencvaros. Ma Italiano è riuscito a mettere sotto scacco Garcia. Pressione alta, aggressività, qualità nelle imbucate, personalità nel venire fuori da situazioni difficili. E tanto, tanto carattere. Perché dopo un primo tempo del genere andare al riposo in parità, per un errore clamoroso come quello di Parisi, poteva tagliare le gambe. Così come gli squilli azzurri ad inizio ripresa regalati da ingenuità dei singoli. Invece la Fiorentina è rimasta protagonista della partita, ha impedito il ritorno di orgoglio del Napoli, ha limitato Kvaratskhelia, Osimhen e compagni. Il salto di qualità è soprattutto qui: aver concesso poco e non essere calati dopo il vantaggio.
CONSAPEVOLEZZA. E poi il gol dell’1-3, quello che ha mandato in estasi il popolo fiorentino, è l’emblema della mentalità data da Italiano alla squadra. Bonaventura poteva perdere tempo con l’uomo a terra, invece ha visto lo spazio e ha lanciato Parisi, che al 93′ ha avuto forza, corsa e coraggio per andare ancora in verticale. Rendendo ancora più dolce la serata al Maradona, con Gonzalez, il ‘Diez’ trascinatore della Viola, che si è unito alla festa pur partendo per una volta dalla panchina. Al di là della classifica, bellissima e da mettere in ghiaccio per due settimane di sosta, vittorie così danno ancor più consapevolezza al percorso da portare avanti. Come quella contro l’Atalanta di settembre, come quelle contro Inter, Milan e Roma lo scorso anno. Ma questa forse ancora di più, perché in casa dei campioni d’Italia.
DIVENTARE SQUADRA. L’entusiasmo può essere un motore determinante per il prosieguo della stagione. Può essere la forza decisiva per affrontare i nuovi momenti difficili che arriveranno. Ma vittorie così, imprese così, servono anche per diventare squadra. Un concetto fondamentale per restare davvero in alto e per raggiungere risultati importanti. Normale che ci sia voluto e ci voglia ancora tempo, per un gruppo che ha inserito otto giocatori nuovi. Ma serate così aiutano nel processo. La scorsa stagione la Fiorentina ci mise tanto per assimilare certi concetti, sbloccandosi solo a febbraio. Stavolta invece la partenza è stata a razzo, per una sorta di continuità proprio di quel percorso di crescita iniziato dal 3-0 a Verona di fine febbraio (nessuno ha fatto più punti dei viola negli ultimi 7 mesi e mezzo).
COOPERATIVA DEL GOL. La Fiorentina è la squadra che ha migliorato di più la propria classifica nelle prime 8 giornate, +8 punti rispetto al campionato scorso. Ha il terzo attacco della Serie A con 18 gol, dietro a Inter (21) e Roma (19, ma 7 segnati solo con l’Empoli). E in attesa dei centravanti (fin qui a referto solo un gol di Nzola, a secco ancora Beltran), segnano praticamente tutti gli altri. Ben 12 i marcatori diversi tra campionato e Conference, con i 7 gol di Gonzalez (più 2 assist), i 4 di Bonaventura (più 2 assist), i 2 di Ranieri e Quarta, più una rete a testa per Biraghi, Duncan, Mandragora, Brekalo, Barak, Ikoné e Kouame. Per 24 gol segnati in 12 partite totali. Una cooperativa che così sopperisce alla scarsa vena dei due numeri ‘9’, che nel frattempo però con il loro lavoro aprono spazi per i compagni. In fin dei conti, la Fiorentina è rimasta a secco solo in due partite su 12 fin qui (a Vienna e a San Siro), ma in ben 9 occasioni ha segnato almeno 2 gol. Così, vien da sé, è più facile vincere le partite e bilanciare anche qualche amnesia di troppo in difesa. In questa sosta però solo cose belle. La Fiorentina vola, è lassù in zona Champions e a Napoli ha dimostrato di saper imparare dagli errori (vedi disfatta di San Siro). Ci saranno altri esami e altri ostacoli, ma per il momento è bello e giusto godersi questa classifica.

Di
Marco Pecorini