Anche in questa sessione di mercato sarà quasi impossibile per la Fiorentina poter lavorare pensando al futuro. Serve una sterzata al presente. E sperare di poter nei prossimi mesi finalmente programmare
La programmazione è ciò che nel calcio fa la differenza. Ai tempi moderni a maggior ragione, con le società che devono districarsi tra bilanci, plusvalenze, introiti e fare i conti con chi magari, azzeccando l’annata, può contare su milioni a cascata dalle coppe europee e dar vita a percorsi virtuosi. Senza considerare il disastro che la pandemia ha provocato sui conti dei club. Iniziare un percorso tecnico, senza dover stravolgere ogni sessione di mercato più o meno tutto, accumulare certezze piuttosto che dubbi e incognite, e raccogliere i frutti della semina è basilare nel calcio moderno.
I CASI VIRTUOSI. Sta facendo scuola la crescita (e la conferma ad alti livelli) dell’Atalanta. In Italia ed anche in Europa. Un percorso partito anni fa con Gasperini, e che via via è stato puntellato con innesti che potessero fare al caso delle idee del tecnico, con cessioni importanti dalle quali trarre risorse da re-investire. Il percorso della Juventus parte dagli anni post calciopoli, anche grazie alle infrastrutture. E guarda caso, nel momento in cui dalle parti di Torino hanno cambiato strategia perdendo di vista il concetto di programmazione, puntando su svincolati di lusso prima e improvvisando sulla scelta degli allenatori poi, la Juventus non riesce più ad essere la stessa. In parte più piccola un modello di programmazione è anche il Sassuolo, che ha sposato una filosofia di calcio che continua a dare ottimi risultati, così come lo è stato anni addietro il Napoli, che da essere una costante concorrente della Fiorentina dei Della Valle è riuscita a fare un salto in avanti restando a livelli da primissime posizioni. Come è riuscita a fare anche la Lazio.
PROGRAMMARE. Tutti percorsi che hanno richiesto del tempo. Logico. Tanto da portare lo stesso Rocco Commisso a tirare in causa il sacrosanto concetto del: “si pretende tutto e subito? Non volete dare a Rocco il tempo necessario?”. A maggior ragione quando in fretta e furia avviene un passaggio di proprietà, con conseguenti cambiamenti di uomini e figure chiave a tutti i livelli, e un percorso tecnico da iniziare ex novo. Dopo un anno e mezzo di presidenza italo-americana, tuttavia, il concetto di programmazione sportiva è ancora lontano dal poter essere messo in pratica.
INCOGNITE E RIVOLUZIONI. Senza tornare sugli errori commessi nel primo mercato viola, da Pedro a Boateng passando per Badelj, escludendo le scelte degli allenatori, basta stare sul presente per capire come sia, di nuovo, sostanzialmente impossibile poter programmare. La sessione invernale, che è pronta a riaprire i battenti, potrebbe portare una nuova mini rivoluzione in casa Fiorentina. Da Cutrone a Duncan, passando per Lirola e Pulgar, sono tutti in bilico. Qualcuno è già dato per partente. Molti di questi dovevano essere la chiave della crescita del club viola, così come potevano esserlo Callejon e Kouame, anche loro in odore di partenza dopo pochi mesi e pochi minuti a disposizione. Senza considerare le posizioni future di chi questa rosa la guida, ovvero Cesare Prandelli, che al pari di chi questa rosa l’ha costruita e sulla quale interverrà a gennaio come Daniele Pradè, ha il contratto in scadenza a fine stagione, mentre sono in diversi i calciatori che non si sa se resteranno, o meno, ancora alla Fiorentina. Da Pezzella a Milenkovic, passando per chi a fine anno terminerà il proprio legame contrattuale col club viola come Ribery e Caceres. Elementi non certo di secondo piano per il peso specifico nelle sorti della Fiorentina.
INVERTIRE IL TREND. In questo mercato invernale Daniele Pradè si gioca tutto. Ha sbagliato tanto, troppo, fin qui. Non solo per colpe proprie, sia chiaro. Ovvio che la priorità adesso vada al raggiungere la salvezza. I segnali intravisti col lavoro di Prandelli lasciano ben sperare. Ma il mese di gennaio, col tour de force che attende la squadra viola, ne dirà di più. E viste le posizioni ‘a termine’ di ds, tecnico, e le tante incognite sul futuro di tanti elementi cardine di questa rosa, sarà fondamentale pensare più all’oggi che al domani. Inutile andare a puntare su buoni prospetti come Agudelo o su calciatori da rilanciare come Kouame, senza per altro sapere chi sarà il tecnico dell’anno prossimo. In questo particolare momento storico della Fiorentina, dove tutto è difficile e precario, chi deve ambientarsi ed inserirsi non riesce a farlo con tranquillità. Martinez Quarta è l’ultimo esempio. Servono certezze, immediate. Non c’è tempo per esperimenti. Così come non ci sono valanghe di milioni da poter sperperare. E il trend delle ultime sessioni di mercato è assolutamente da invertire.
FUTURO. Solo quando le cose in classifica saranno più tranquille sarà possibile poter pensare al futuro. Magari con qualche risposta in più da chi ultimamente sta dando segnali incoraggianti, da Vlahovic a Igor passando per Amrabat. Ad oggi si è ancora costretti a navigare a vista. Anche per questo Commisso stesso è in arrivo in Italia. La volontà è chiara: evitare ulteriori errori stando a contatto con gli uomini mercato e con la squadra, migliorarsi e provare a poter definitivamente iniziare a pensare al futuro attraverso scelte da non sbagliare assolutamente. E nel frattempo sarà la volta delle infrastrutture, forse. Ma questo non dipenderà solo da Commisso. Il futuro, mai come in questo avvio di 2021, passa dal presente.
Di
Gianluca Bigiotti