Pronta a intervenire la Commissione Cultura e Istruzione dell’Europarlamento. Verso una licenza per poter esercitare e un massimale per le percentuali
Le bordate di Mino Raiola, che ieri a Roma ha parlato a nome di tanti colleghi, scagliandosi contro la FIFA, non preoccupano Gianni Infantino. Che ha intenzione di andare avanti nella sua battaglia per calmierare i guadagni degli agenti. Il presidente, da tempo deciso a non farsi fermare da niente e da nessuno, negli ultimi giorni ha ricevuto anche l’appoggio della Commissione per la Cultura e l’Istruzione del Parlamento Europeo. La stessa che qualche settimana fa era intervenuta dichiarandosi contraria alla nascita della Superlega per «proteggere il modello sportivo europeo». Scrive il Corriere dello Sport.
Stavolta la commissione, attraverso le parole del deputato Tomasz Frankowski, ex attaccante del Wisla Cracovia e della nazionale polacca, ha parlato «della necessità di regolamentare l’attività degli agenti non solo con la Camera di Compensazione. Ma anche introducendo la licenza necessaria per esercitare la professione. E un massimale per le loro commissioni». Ha inoltre chiesto «alle autorità sportive competenti di garantire la pronta attuazione delle nuove regole che vanno nella direzione giusta. Quella della trasparenza».
Quest’ultima parola era stata utilizzata pure dal Consiglio d’Europa per sottolineare la soddisfazione per l’introduzione della Camera di Compensazione. Infantino, insomma, ha un alleato forte nella sua “crociata” se, per qualsiasi motivo, la battaglia dovesse spostarsi nei tribunali ordinari. Un’eventualità quest’ultima che non va scartata se le regole che verranno attuate della Fifa saranno ritenute penalizzanti per i procuratori.
FUTURO
Qualche passo in avanti sull’argomento, come detto, è già stato fatto visto che la Fifa ha recentemente introdotto la Camera di Compensazione attraverso la quale è possibile avere un quadro del denaro circolato per ogni operazione di mercato. In realtà si tratta solo di un inizio perché il vero obiettivo è quello di limitare il raggio d’azione dei procuratori. Che adesso, in alcuni casi, possono arrivare in una stessa operazione a rappresentare sia il loro assistito sia le due società da mettere d’accordo per il trasferimento. In questo modo l’agente in questione svolge un triplice ruolo, con tanto di maxi commissione.
L’idea di Infantino sarebbe quella di limitare il raggio d’azione dei procuratori. Permettendo loro di curare solo gli interessi dei giocatori. O, nella peggiore delle ipotesi, di evitare che percepiscano percentuali esorbitanti, bonus al momento della firma del contratto (in particolare per i parametri zero). O in caso di rivendita futura. Parlando a Zurigo all’ultimo Congresso della Fifa, il numero uno della Fifa aveva snocciolato anche numeri secondo lui allarmanti sottolineando che nel 2019 su 7 miliardi di dollari pagati dai club per i trasferimenti, 700 milioni erano finiti nelle tasche dei procuratori e appena 70 ai club che hanno formato i calciatori.
Ecco perché Infantino sta provando a coinvolgere nella riforma gli altri stakeholders e in particolare le società che , però , con gli agenti lavorano e difficilmente possono inimicarsi la categoria.
Di
Redazione LaViola.it