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Rassegna Stampa

Primavera di Praga: la Fiorentina passa il turno dopo una semifinale infinita

Dopo un inizio difficile, il colpo del campione (Nico) sblocca la gara e sempre lui rimedia all’errore di Igor. Sigillo finale di Barak

Dopo Roma, Praga. Dopo la Coppa Italia, la Conference. Un’altra finale. Un altro sogno che diventa realtà. E poi chissà, scrive il Corriere Fiorentino. Ci sono Inter e West Ham, adesso, tra la Fiorentina e la gloria. E sarà bellissimo continuare a sognare. Per rompere il muro del Basilea, che all’andata era parso invalicabile, Italiano ha scelto di puntare su piedi buoni, fantasia e senso del gol.

E allora ecco Brekalo (e non Ikoné) e, in mezzo, Castrovilli al fianco di Amrabat. Per il resto, e non poteva essere altrimenti, la Fiorentina si è presentata con l’abito delle grandi occasioni. Dentro tutti i titolarissimi insomma, con Igor preferito a Quarta. L’idea, nemmeno troppo nascosta, era partire col piede schiacciato sull’acceleratore.

Missione che all’andata non era sempre riuscita e che anche ieri, pronti via, si è rivelata particolarmente complessa. Troppo lenti, i viola, e troppo spesso imprecisi. Dall’altra parte, una squadra noiosa come poche. Organizzata, dura il giusto, e capace di far male tutte le volte che trovava campo da attaccare. Per distacco l’avversario più fastidioso, anche per caratteristiche, incontrato da Biraghi e compagni in questo lungo viaggio in giro per l’Europa.

Non a caso, la prima conclusione della Fiorentina, è arrivata soltanto alla mezzora. Un colpo di testa di Nico, che fino a quel momento non s’era mai visto. Una specie di prova generale, prima dello 0-1. Questi sono, i campioni. Quelli che all’improvviso si accendono, e marchiano a fuoco. Nonostante una fatica dannata insomma, il primo, grande passo era fatto e, se non fosse stato per un miracolo di Hitz, poco dopo sarebbe arrivato anche lo 0-2 di Bonaventura. È stato quello, il merito dei viola nel primo tempo. Saper soffrire, far passare la burrasca, per poi uscire dal guscio.

Il problema è che questa squadra concede sempre qualcosa e, spesso, lo fa con errori e distrazioni individuali. Basta pensare all’1-1 di ieri, e alla facilità con la quale Igor si è fatto bere da Amdouni. Una leggerezza grave, che ha costretto i viola, e Nico, a ricominciare da capo. Straordinario, l’argentino. È stato lui, a trascinare la Fiorentina ai supplementari. E poi la paura per il malore del tifoso viola (trasportato in ospedale), il sigillo finale di Barak, e il sogno che diventa realtà.

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