A forza di parlare di altre questioni (seppur importanti), ci si dimentica che tra meno di due settimane la Fiorentina torna a giocare. E le situazioni in ballo sono ancora tante…
Sembra non arrivi mai il momento in cui la Fiorentina tornerà calcare il prato del Franchi. Tra le diatribe sul nuovo stadio e le incessanti voci di mercato che hanno fatto da cornice a questi tre mese senza calcio giocato, sembra quasi passato in secondo piano il fatto che tra 12 giorni la Fiorentina riprenderà il suo cammino interrotto dal maledetto Coronavirus. Un cammino di cui si parla poco, ma che resta pieno di temi caldi.
In primis, l’obiettivo. Spesso si guarda solo alla prossima stagione, in quanto quella attuale potrà regalare ben poche gioie ai tifosi viola. Triste verità, ma incompleta. Le 12 partite mancanti (sempre se poi saranno davvero 12) devono ancora sancire il verdetto che in troppi danno per scontato: la salvezza. La Fiorentina si trova a cinque punti dalla zona retrocessione, è bene ricordarlo sempre. Certo, ci sono ben cinque squadre che separano i viola dal terzultimo posto, ma tre di loro hanno una partita (o due nel caso del Sassuolo) da recuperare.
Dunque non si può assolutamente sottovalutare la questione, che troppo spesso in queste settimane è stata derubricata a formalità –non da Commisso, che qualche giorno fa ha ribadito l’importanza di salvarsi per progettare al meglio il futuro–. Inoltre, per evitare il rischio di essere risucchiata in eventuali playout che potrebbero partire da un momento all’altro in caso di positività in corsa, la Fiorentina è anche chiamata a partire forte. Di certo non portare a casa tre punti contro il Brescia, ultimo in classifica che ha davvero poco da chiedere a questa stagione, sarebbe una pessima partenza. Soprattutto considerando che 5 giorni dopo Pezzella e compagni andranno a sfidare all’Olimpico una Lazio in piena lotta Scudetto.
Chi non sottovaluterà l’impegno è Beppe Iachini. Non c’è da preoccuparsi. Per natura, il tecnico gigliato non è tra quelli che sottostimerà l’importanza di queste famose 12 partite. Si spera che riesca a trasmetterlo anche a tutto il gruppo. Beppe ha il vantaggio di avere molta esperienza con questo genere di situazioni di classifica, il che non può che essere un vantaggio per i viola. Inoltre, si è detto in tutte le salse, Iachini si gioca il posto sulla panchina viola in queste apparizioni.
Quella che sembrava una conferma di qualche mese fa di Commisso si è tramutata sostanzialmente in un ‘vediamo come va’ durante la lunga diretta del magnate americano per festeggiare un anno di presidenza. Iachini deve tirar fuori il meglio in termini di risultati, ma anche di gioco. La sua Fiorentina è stata concreta e vogliosa, ma ha giocato un calcio piuttosto bruttino, sebbene con l’attenuante dei soli 2 mesi a disposizione per imprimere la propria impronta alla squadra.
Infine, i tanti singoli sotto la lente d’ingrandimento. C’è chi come Ribery ispira molta frenesia anche solo per rivederlo inventare magie sul rettangolo verde. Chi la curiosità l’ha lasciata perché si è visto troppo poco, come Duncan, Agudelo e Igor. Chi è appena arrivato ma già deve dimostrare di più, come Cutrone. Chi, come Castrovilli e Vlahovic, non si vede l’ora di ammirare perché giovane, affascinante e con un futuro prossimo ancora a Firenze. Chi sarà l’osservato speciale in virtù di una possibile partenza a fine stagione come Chiesa, Pezzella e Milenkovic.
Ma sotto la lente d’ingrandimento ci sarà soprattutto Lei, la Fiorentina. Tornare alle infinite discussioni tra amici, alle polemiche per questo o quell’episodio dubbio, all’esultare a un gol dei viola, seppure purtroppo a distanza. Perdonate la banalità, ma questo è ciò che c’è mancato più di ogni altra cosa.
Di
Marco Zanini