Nelle ultime 13 partite, per 7 volte i viola hanno subito almeno due gol
Come scrive il Corriere Fiorentino, la notte del rientro tra i titolari di Dodo 188 giorni dopo la rottura del crociato si trasforma, nel secondo tempo, in una serataccia per la difesa della Fiorentina. Non che le avvisaglie non ci fossero state nella prima metà della gara, in cui Terracciano ha salvato il risultato in un paio di occasioni e in generale è stato costretto a effettuare sei parate. Il Milan era infatti partito meglio e poi ha chiuso in crescendo all’intervallo. Non a caso, nell’arco di sei minuti tra il 47’ e il 53’ ha trovato il gol dell’1-0 e del 2-1, vanificando in un lampo il pareggio di Duncan. E la difesa di Vincenzo Italiano non è proprio uscita innocente, tutt’altro. Dimostrandosi ancora una volta troppo «ballerina» di fronte alle folate di un avversario (di assoluta qualità, certamente) che è tornato a colpire in un vecchio punto debole: i lanci lunghi.
Nessuno, infatti, ha scordato i gol subiti nella scorsa stagione addirittura dal rilancio del portiere. Sensazioni testimoniate dai numeri: quella contro i rossoneri è stata la settima volta nelle ultime 13 partite in cui la Fiorentina ha subito almeno due gol. Decisamente troppi per una squadra che è pericolosa quando si accende, ma non è (non ancora, almeno) una macchina da gol.
Dicevamo di Dodo. Un rientro da cuori forti perché sul suo lato agiva Rafa Leao, ispirato e autore di un gol e di un assist. Ma è anche la zona di campo prediletta dal Milan nel primo tempo, con Leao che più volte si è accentrato lasciando la fascia a Reijnders, costringendo così Dodo e Milenkovic a scelte faticose. Il terzino brasiliano della Fiorentina (prima di uscire al 69’ per Kayode) è stato incollato alla stella del Milan per tutta la gara, seguendolo dall’altra parte del campo anche in occasione della rete di Loftus-Cheek, ma una buona guardia non è bastata.
Anche perché al momento del lancio di Florenzi dalla difesa, Martinez Quarta e Milenkovic si trovavano all’altezza del cerchio di centrocampo. A quel punto uno sfortunato tocco dell’argentino ha lanciato il contropiede del Milan, che si è trovato in superiorità numerica, 3 contro 2, con Dodò e Biraghi rimasti gli unici nella trequarti. Un pressing molto alto che se da una parte ha permesso di trovare il pari in tempi record, ha di nuovo scoperto la retroguardia in occasione del 2-1, quando Milenkovic rimasto ultimo uomo ha tenuto in gioco e poi rincorso (invano) proprio Leao.
Necessaria, insomma, una stretta a una difesa troppo aperta per non vanificare il gioco che viene creato.
Di
Redazione LaViola.it