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Prepotente ritorno del viola nel mondo. 14 nazionali, più Lafont. Picco più alto dall’era Montella

Il viola torna prepotente nel mondo. Tanti i giocatori della Fiorentina nelle nazionali, picco più alto dall’era Montella

C’è stato un momento in cui la Fiorentina era sulla bocca di tutti. Nell’era Montella, il salto di qualità che la società dei Della Valle provò a fare per tornare in Champions non passò inosservato neanche nelle convocazioni per le nazionali. Nel 2015-16, ad esempio, erano addirittura 19. C’erano Gomez, con la Germania, infortuni a parte, Bernardeschi con le Under, Rebic, Cuadrado, Wolski, Mati Fernandez, Ilicic, Bakic, Vecino, Pizarro, Pasqual, Vargas, Hegazy, Tomovic, Roncaglia, Savic, Gonzalo (ad intermittenza), Tatarusanu, Lezzerini. Con le esclusioni, all’epoca di Alonso e Borja Valero, e di Pepito Rossi falcidiato dagli infortuni.

Poi il lento declino, per arrivare ai 12 dell’era Paulo Sousa, fino agli 11 dell’anno scorso. Soprattutto nelle giovanili tuttavia. Gori, Cerofolini, erano ancora in Primavera, Badelj, Astori, Carlos Sanchez, Pezzella, erano gli unici viola impegnati con le nazionali maggiori. Chiesa con l’Under 21, poi i vari Castrovilli, Baroni,  Lo Faso, Hagi, Gil Dias, Zekhnini, Milenkovic, Dragowski tutti con le selezioni giovanili. E di questi 11, Lo Faso, Hagi, Dragowski, Zekhnini, non giocavano praticamente mai in prima squadra.

Picco più basso, col ringiovanimento e la rivoluzione operata sul mercato da Pantaleo Corvino, che tuttavia è tornato adesso prepotentemente verso l’alto. In questa sosta sono infatti 14 i nazionali convocati: Pezzella, Simeone con l’Argentina, Biraghi, Chiesa e Benassi con l’Italia, Norgaard con la Danimarca, Edimilson con la Svizzera, Dragowski con la Polonia Under 21, Pjaca, con la Croazia, Milenkovic con la Serbia, Dabo col Burkina Faso. Poi anche i giovani Diks, Hancko e Vlahovic con le Under del loro paese. Lafont, e Graiciar, invece, non hanno potuto rispondere per infortunio. Più i vari giovani viola in prestito con le Under.

Molte più certezze, dunque, rispetto agli ultimi anni, un vanto per la Fiorentina che torna dunque a far parlare di sé anche a livello internazionale. Problema, parziale, per Pioli che nelle soste avrà meno giocatori con cui lavorare. Meriti da spartirsi tra chi a Firenze questi calciatori li ha portati, e chi li ha valorizzati facendoli crescere.

Questa sosta, insomma, ha molto più toni internazionali rispetto al grigiore di qualche altra sosta passata.

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