
Vigilia di campionato per la Fiorentina, con il tecnico gigliato che prende la parola dalla sala stampa dello stadio Franchi, in modalità streaming on-line
Queste le considerazioni di Cesare Prandelli, alla vigilia della partita contro il Verona di Ivan Juric: “Dobbiamo dare continuità, l’altra sera abbiamo disputato una buona partita, contro una squadra molto temibile. Lo spirito, l’atteggiamento, la voglia di essere in partita, c’era un bel clima ed una bella energia, che dovremo avere anche domani“.
Sull’identità di una squadra da salvezza: “Non volevamo perdere contro il Sassuolo, volevamo lottare su ogni pallone. Quando abbiamo preso palla abbiamo avuto buone opportunità: dobbiamo continuare così“.
Sulla difesa a tre: “Rivedendo allenamenti e partite, c’erano incertezze mettendosi a quattro. Ho voluto togliere alibi alla squadra e loro mi hanno risposto in modo importante. Si parla sempre di un sistema di gioco, di una fase difensiva: strategie che ogni squadra ottiene durante la gara. Non mi vergogno a difendere un risultato o una situazione difficile. Il calcio è andato verso lo spettacolo effimero, ma così facendo molte squadre vanno verso la retrocessione. Contano i risultati adesso, domani voglio ritrovare assolutamente l’energia dell’altra sera“.
Su Vlahovic: “E’ un ragazzo di 20 anni e se si assume la responsabilità di battere un rigore vuol dire che ha gli attributi: sono contento di lui perché vuole migliorare e sa che può farlo. Deve continuare così, quando non riesce a finalizzare deve saper lavorare con la squadra. Stiamo lavorando con lui in questo senso“.
Su Callejon: “E’ un professionista molto serio. E’ importante per noi. Sta recuperando, sta abbastanza bene. Fosse uscito Ribery sarebbe entrato lui. Il problema suo non è il ruolo, anche se non lo vedo come quinto. Se dovesse giocare lui, il centrocampo dovrebbe disporsi in maniera diversa“.
Ancora su Vlahovic: “Sono arrivato ed ho trovato tre attaccanti bravi, non posso rimproverare nulla anche a Cutrone e Kouame per l’impegno nel lavoro. In questo momento io penso che lui possa essere la punta che intendo io. Cutrone forse è più avanti dal punto di vista realizzativo, ma ho parlato con Vlahovic e gli ho proposto delle cose da fare per migliorarsi. Il gol è un grande problema per gli attaccanti, spero si sia sbloccato adesso“.
Su Ribery: “In ogni squadra ci sono 2-3 giocatori superiori, gli altri lavorano per fargli arrivare la palla. Nell’ultima gara non è mai andato largo a sinistra. Lo vogliamo far diventare leader quando prende palla, con i suoi tempi e le sue giocate può aiutarci in una posizione centrale“.
Sul Verona: “L’Hellas preoccupa molte squadre ed anche siamo preoccupati. E’ una squadra che ha sposato in toto le idee del proprio allenatore. Rischiano qualcosa, ma sono sfacciati e verticali per far male agli avversari. Mentalità che mi piace, lavorano molto fisicamente in settimana. Juric è entrato nella testa dei giocatori. Il futuro del calcio andrà indirizzato su questa mentalità“.
Su Amrabat e Pulgar: “Sofyan non vorrei mai vederlo senza le caratteristiche che ha. Ogni calciatore deve migliorare gli aspetti che non conosce tatticamente. Io adesso non gli creo tante turbative, me lo tengo così. Pulgar? Lo vedo con un altro centrocampista: da mezzala lo vedo meno bene“.
Sul mercato: “Le letterine di Babbo Natale sono sigillate, poi lui le aprirà e valuterà… Io ora sto pensando al Verona, poi decideremo un momento, ci siederemo e valuteremo tutti gli aspetti. I dirigenti sono in fermento, ma io ho rimandato tutto adesso. Devo pensare solo alla squadra“.
Sui tifosi e le parole di Commisso: “Serve tutto in questo momento. Quando capisci che non sei solo, stimoli e critiche costruttive sono importanti. Con la nostra gente non dobbiamo bleffare. I fuochi sono stati un segnale importante, significativo. Le parole del Presidente prima della partita incidono, sono le ultime che i calciatori sentono prima di giocare“.
Su Milenkovic: “Il giorno che si convinceranno, noi potremo giocare anche con due centrali molto forti. Ne ho quattro bravi. In questo momento abbiamo deciso altro. I sistemi di gioco non hanno un grande significato, devono essere applicati nella maniera giusta. In nazionale giocano a quattro, non vedo perché non lo possano fare in Italia. In ogni caso adesso non voglio forzare la mano“.
Sull’attaccamento: “Dopo la partita con il Sassuolo penso che siamo sulla strada giusta. Ora non si può tornare indietro: voglio continuità e determinazione“.
Su Venuti: “E’ l’unico al quale ho dato un soprannome. Lo chiamo Jorgensen, e questo vi dice tutto…“.
Ancora sul Verona: “Loro giocano allo stesso modo in casa e fuori. Dovremo stare attenti alle loro ripartenze, dovremo lottare pallone su pallone“.

Di
Alessandro Latini