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Rassegna Stampa

Prandelli, i segnali delle ultime settimane e i precedenti tra Roma e Nazionale

Sul Corriere dello Sport – Stadio si parla della commozione negli uffici viola nel sentire le parole di Cesare. Epilogo amaro

Cesare Prandelli, ieri, ha colto tutti controtempo. Il ds della Fiorentina Pradé ed il dg Barone hanno provato a convincerlo, ma no: le sue dimissioni sono state irrevocabili. Esattamente come era accaduto con la Nazionale Italiana quando, all’indomani dell’eliminazione al primo turno dal Mondiale brasiliano del 2014, l’ex Ct annunciò a tutti il suo passo indietro. Lo ha fatto anche questa volta, dopo aver sentito sulla pelle vibrazioni che non erano più quelle giuste. E, come successo già nel 2010, quando dopo gli attriti con la precedente proprietà, i Della Valle, firmò la rescissione del contratto prima di diventare il nuovo Commissario Tecnico dell’Italia, ancora una volta ha lasciato trasparire il proprio stato d’animo in una lettera piena d’amore. Allora furono due le parole usate, «grazie e vi porterò sempre nel cuore» rivolgendosi ai tifosi. Stavolta è andato oltre, fino al passaggio più importante, quello che fa presagire la fine della sua carriera: «Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita non fa più per me». Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.

REAZIONE. Anche per questo, per la sincerità e la purezza d’animo percepita da chiunque, negli uffici del centro sportivo viola, ieri, alla presenza dello stesso allenatore, non è mancata la commozione. Perché i dirigenti del club, benché avessero percepito qualche segnale di disagio dopo la vittoria di Benevento, non avevano immaginato un epilogo così amaro. Anche il presidente Commisso, dagli States, ha voluto chiamarlo personalmente per ribadirgli immutata stima e fargli arrivare un abbraccio vero, a distanza sì, ma non per questo meno affettuoso. 

PRECEDENTI. Erano state motivazioni capaci di andare oltre al rettangolo verde anche quelle che, nel 2004, spinsero Prandelli a dimettersi dalla Roma per stare vicino alla moglie Manuela nella battaglia feroce contro il male che poi l’ha divorata. Qualche campanello d’allarme, a dire il vero, a Firenze, era suonato, ma nessuno aveva voluto dargli troppo peso. Le parole dette dal tecnico nel ventre del Vigorito, dopo la vittoria della Fiorentina sul Benevento, avevano fatto sobbalzare molti, ma erano finite sotto la categoria dello “sfogo” post gara. «Sono molto stanco – disse – e dentro sono abbastanza vuoto». Sabato scorso, poi, alla vigilia della sfida interna contro il Milan, era stato lo stesso Prandelli, in qualche modo, a ridimensionare il tutto: «Il mio è stato un attimo di debolezza perché emotivamente sono coinvolto come se la Fiorentina fosse cosa mia. Ogni decisione è un peso, dipende da me trasformare il tutto in qualcosa di positivo».

POST-MILAN. Dopo il ko contro il Milan di domenica, Prandelli era scivolato via dal Franchi scegliendo il silenzio, col club chiamato a raccontare della troppa tensione accumulata durante la partita. Da metabolizzare c’erano anche un paio di decisioni arbitrali che avevano fatto innervosire tutto l’ambiente. Dopo un giorno, lunedì, trascorso con gli affetti più cari, Cesare ieri ha deciso, 134 giorni dopo il suo ritorno sulla panchina viola (e un successo a Torino contro la Juve).  

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