Cesare va a caccia del terzo successo di fila contro le neopromosse: vincere a Benevento sarebbe vitale, prima del Milan. La società lo difende
Vincere per dare una scossa alla classifica, proprio nel turno dei “testa-coda” tra chi lotta per non retrocedere e chi, invece, ha il sogno europeo nel cassetto. La Fiorentina, a Benevento, domani, deve sovvertire tutte le regole: regalarsi un successo significherebbe dare intanto una spallata alla paura, allontanare almeno per un po’ il nero dall’orizzonte. Ne ha bisogno la squadra e ne ha bisogno Cesare Prandelli che in 19 partite – è subentrato sulla panchina viola proprio contro il Benevento (sconfitta) lo scorso novembre – ha messo insieme solo 18 punti, con una media complessiva di 0,95 a partita (LEGGI QUI IL FOCUS DI VI.IT). Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
CACCIA AL TRIS. Il Benevento al Franchi ha castigato la Fiorentina (1-0 gol di Improta), ma contro Crotone e Spezia, altre due neopromosse, sono arrivati due successi. Non poco, considerato che in 11 dei 14 precedenti con squadre arrivate dalla B i viola non erano mai riusciti a fare risultato pieno. Calare il tris domani permetterebbe di guardare al prossimo impegno, col Milan, con un pizzico di apprensione in meno. Nelle ultime 12 gare del girone di andata, Prandelli fece 13 punti: con questo ‘ritmo’ arriverebbe a 39 punti.
OBIETTIVO SALVEZZA. In ballo ci sono salvezza e orgoglio: è ora che la Fiorentina deve tirare fuori gli artigli. C’è da trovare lo strappo per non restare aggrappati ai risultati delle dirette concorrenti e calcolare ogni volta una possibile quota salvezza. Società e proprietà, fin qui, hanno fatto muro attorno all’allenatore: nessuno vuole pensare al peggio, la via scelta è quella del pensare positivo, allontanando in ogni modo i cattivi pensieri. Ma Prandelli, che il calcio lo conosce meglio di tutti, lo ha detto anche alla vigilia della gara contro il Parma che «gli allenatori sono sempre a rischio». E la Fiorentina, a libro paga, ne ha altri due oltre a Cesare: Montella e Iachini, che la passata stagione fu chiamato proprio per cancellare lo spettro di una retrocessione. Non è stato allertato nessuno, val bene precisarlo: la squadra ha il dovere morale di dare una risposta concreta sul campo. Prima di tutto alla tifoseria, che già una settimana fa ha fatto capire in maniera trasparente la propria rabbia. L’unione, insomma, deve trasformarsi in forza: la posta in palio è troppo alta. C’è da salvare la Fiorentina.

Di
Redazione LaViola.it