Pradè, settimane difficili. Ieri parole dure (ed inconsuete) verso il gruppo: calciatori chiamati a reagire, lui attende la decisione di Commisso

Settimane difficili per il ds viola, che non vede la sua squadra staccarsi da quella posizione di classifica pericolosa. Attende la decisione di Commisso, ieri ha pungolato il gruppo

Le parole di un dirigente come Daniele Pradè, al termine di una partita come quella di Udine, non te le aspetti. Eppure arrivano, taglienti, anche colorite. “Sono nero. Sono incazzatissimo, è una gara che non devi mai perdere. Spero che abbiano la stessa rabbia della società. In campo vanno loro”. Riferimento chiarissimo ai calciatori, per la prima volta messi di fronte alle loro responsabilità. Di fatto non era mai successo, nemmeno dopo l’umiliazione di Napoli, giusto per citare uno dei punti più bassi della stagione.

ASPETTATIVE DIVERSE. Le parole di Pradè, anche visibilmente sconfortato davanti alle telecamere, mettono un punto. C’è chi ha letto il suo nervosismo come causa di una situazione personale molto incerta, con Commisso che dovrà decidere entro poche settimane se confermarlo o meno alla guida dell’area tecnica. In realtà Daniele Pradè è da sempre abituato a lavorare con contratti annuali (dunque perennemente in scadenza): sarebbe la prima volta se si fosse fatto trasportare dall’umore dei risultati.

MOMENTO DIFFICILE. Pradè sta vivendo settimane di delusione, perché era ed è ancora convinto di aver allestito una squadra migliore di quello che dice la classifica. Impensabile, d’altra parte, essere qui oggi a parlare ancora di lotta salvezza, all’inizio di marzo, con il settimo monte ingaggi del campionato. Eppure è così. Prima Iachini e poi Prandelli non sono riusciti a trovare continuità di risultati. Ad una prova discreta è sempre seguita una disfatta. Il dato preoccupante di ieri, al di là del punto perso, è uno soltanto: la Fiorentina ha perso una partita che l’Udinese non ha fatto niente per vincere. Una partita chiaramente indirizzata sullo 0-0, con due squadre per niente gagliarde e baldanzose per provare a vincerla. L’ha decisa un episodio, favorevole all’Udinese.

REAZIONE. Le parole di Pradè, partiamo dal punto di partenza, che effetto avranno sulla squadra? La domanda da porsi oggi è questa. La società ha voluto pungolare i calciatori, per stimolarne orgoglio e reazione. Mercoledì la Roma, poi il Parma. Settimana piuttosto importante per capire quel che sarà dell’immediato futuro. Commisso aveva chiesto buoni risultati contro Sampdoria, Spezia e Udinese. Alla fine ha raccolto tre punti. Pochi, perdendo due partite che potevano regalare qualcosa in più. Tornerà fra qualche settimana, con la speranza di non dover battagliare ancora per salvarsi. Non semplice, di questo passo.

APPEAL IN RIBASSO. Dicevamo di Pradè. Mollato da gran parte della tifoseria: le ultime sessioni di mercato sono piaciute poco, anzi per niente. Tanti i capi d’accusa, uno su tutti: aver sostituito un calciatore come Chiesa (fondamentale) con Callejon. Scelta di difficile comprensione, quando tutti sapevano da settimane quale sarebbe stato il destino di Chiesa. All’atto pratico anche il mercato in pompa magna del gennaio 2020 è stato un mezzo flop. Sembrava potesse essere la svolta, così non è stato. Giocatori già ceduti (Cutrone e Duncan), giocatori ancora attesi ad un salto di qualità (Amrabat, Kouame, anche lo stesso Igor). Quel che sembrava, o forse si sperava, non è stato. Senza tornare troppo indietro. L’ultimo mercato, per i più, ha indebolito la squadra. Duncan, Lirola e Cutrone potevano entrare nelle rotazioni, mentre Malcuit (ieri alla prima da titolare) e Kokorin sembrano lontani dal poter incidere. Tanti dubbi, per opinione pubblica e tifosi. Da capire cosa ne pensi Commisso, che pure ha commesso (probabilmente) la madre di tutti gli errori tecnici, quando ha bloccato l’arrivo di Juric per confermare Iachini. Quello sì, è il cruccio più grande di Pradè. Non glielo sentirete mai dire, ma tant’è. Il punto di svolta poteva e doveva essere quello. Pradè l’aveva indirizzato bene. Di questo gli va dato atto.