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Pradè-Montella, quella coppia che fece divertire: 4° posti, imprese e monte ingaggi alto

Pegaso Newsport

Il dirigente romano è tornato a Firenze tre anni dopo, e ha ritrovato Montella: grandi giocatori, alcuni flop ma anche risultati importanti.

E’ l’uomo dei tre quarti posti con Montella, e del sogno sfumato di una Fiorentina Campione d’Inverno, con Sousa, nella stagione che si concluse da quinti della classe. Daniele Pradè, adesso di nuovo in sella, ha la missione di alimentare l’entusiasmo portato da Rocco Commisso. Al ds romano, che conosce molto bene l’ambiente fiorentino, toccherà individuare gli uomini giusti per riportare i viola a far divertire la gente. Così scrive La Nazione.

RIVOLUZIONE. Nel 2012, raccolse una Fiorentina che si era salvata alla penultima giornata di campionato e la portò subito, con Montella in panchina, al quarto posto, che allora valeva solo l’Europa League. Rivoluzionò la rosa, costruendo le fondamenta di una squadra che avrebbe corso per anni: arrivarono Gonzalo Rodriguez e Borja Valero, Pizarro e Aquilani (a 0 euro), Cuadrado e Savic, all’interno della cessione di Nastasic al City. A gennaio, poi, osò scommettere su Giuseppe Rossi, ancora in fase di recupero, bloccando l’uruguaiano Vecino per l’estate.

ESPERIENZA. La stagione successiva, 2013/14, fu quella del colpo Gomez, mai sfruttato a pieno per via dei ripetuti infortuni, dell’acquisto di Ilicic e Joaquin, oltre agli svincolati Alonso e Ambrosini. La Fiorentina giocò la finale di Coppa Italia contro il Napoli 13 anni dopo l’ultima volta, conquistando in campionato il solito quarto piazzamento. L’anno dopo, quello che poi sarebbe stato l’ultimo di Montella, Pradè scovò Tatarusanu (a 0), scelse Badelj e a gennaio strappò il prestito di Salah al Chelsea. Arrivarono due semifinali, una di Coppa Italia, persa con la Juve, e una di Europa League, col Siviglia.

SOUSA. Montella fu esonerato dai Della Valle e il ds puntò dritto su Paulo Sousa, il tecnico che ha fatto conoscere al calcio che conta il talento di Federico Chiesa. Nel suo ultimo anno Pradè portò a Firenze Davide Astori e Kalinic. Arrivò il quinto posto. A differenza del presente, Pradè, soprattutto nei primi tre anni, beneficiò degli investimenti della proprietà. Corvino poi, cancellò il debito (40 milioni), arrivando quasi a dimezzare il monte ingaggi: dai 72 milioni di Pradè ai 37 dell’ultima fase dei Della Valle.

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