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Pradè: “Io e la squadra responsabili di questo momento. La squadra è costantemente in pressione”
Le parole del ds gigliato in una lunga intervista dove ha sviscerato tutti i temi del difficile momento che la Fiorentina sta attraversando
Daniele Pradè, direttore sportivo della Fiorentina, è intervenuto ai microfoni di RTV38. Queste le sue dichiarazioni: “Differenze rispetto al ciclo 2012? E’ cambiata solo una cosa: non c’è quell’alchimia che allora si era creata. Stiamo pagando molto forte questo momento, questa situazione del Covid ci penalizza particolarmente, siamo tra quelli che lo pagano di più. Logicamente poi c’è anche la parte tecnica, ma va sottolineato il fattore ambientale: una piazza come Firenze va sentita, e tanti giocatori nuovi oggi non hanno capito cosa vuol dire giocare al Franchi”.
SOLDI SPESI MALE. “121 milioni in tre mercati spesi male? Oggi rappresento la società, rappresento Rocco Commisso e la sua famiglia. Sono venuto prima di tutto per esprimere il nostro stato d’animo di delusione, di grande dispiacere nei confronti della gente. Sia il presidente che i tifosi non meritano questo, e lo sappiamo bene. Questi numeri però ci fanno capire che questa è una proprietà che è venuta e ha speso un sacco di soldi. Non ho mai avuto nessuno impedimento: le scelte che ho fatto le ho fatte con la mia testa, condivise con l’allenatore, mi sento il primo responsabile delle scelte. I responsabili sono due: il primo sono io e il secondo è la squadra. Abbiamo 14 nazionali in squadra, non possiamo essere una squadra nella nostra situazione. Con un organico così, non possiamo perdere con la Samp, pareggiare con lo Spezia, perdere col Benevento”.
CENTRAVANTI. “Errore partire con tre attaccanti così giovani? Non ho mai nascosto che mi sarebbe piaciuto avere Dzeko, perché è determinante. Ma abbiamo fatto un’analisi tutti seduti: abbiamo deciso che prendere per prendere non ha senso, quando hai tre giovani che possono esplodere da un momento all’altro e che l’anno precedente si sono fatti le ossa. Oggi i numeri sono impietosi, dall’attacco abbiamo 2 soli gol. Però abbiamo giocato solo nove partite, ce ne sono altre 31, dobbiamo avere il coraggio di proseguire sulle proprie idee. Il rischio era grande: abbiamo deciso di prendere incursori a centrocampo, con una crescita in zona gol di Castrovili e l’ingaggio di Bonaventura”.
CUTRONE. “Delle 26 partite è vero e il riscatto è a 16 milioni. Ma nessun impedimento è stato dato a nessun allenatore. Se una punta ti fa gol vale quei soldi, non ci sono veti societari per non farlo giocare. La Fiorentina ha preso il giocatore per essere utilizzato, non guardiamo al contratto. Magari ci facesse 20 presenze e 15 gol, saremmo i primi ad esserne felici”.
KOUAME. “L’abbiamo preso a un buon prezzo da infortunato. Neanche dopo 6 mesi quest’estate abbiamo rifiutato una grossa offerta da una squadra inglese. Lo stesso per Vlahovic, per il quale abbiamo rifiutato un’offerta da una squadra tedesca e una dalla Roma“.
RIBERY. “Poco fa mi ha mandato un video: era in casa sul tapis roulant e mi mandava il video di quello che stava facendo. Franck non è stato bene fisicamente, ha avuto problemi alla caviglia, ha avuto ripercussioni sui flessori, non ha mai giocato al 100%. In più Franck è un passionale, e soffre particolarmente l’assenza di amore e di calore”.
SOFFERENZA. “Soffriamo questa situazione, nel calore e nella contestazione. Noi lunedì giochiamo una partita spartiacque. Alla decima giornata non puoi parlare di sfida salvezza, ma la cronaca oggi tristemente dice questo. Però sono convinto che entrando in campo lunedì sera lo stadio sarebbe stato una bolgia. Il primo che sente questo senso di depressione sono io. Amrabat oggi di Firenze non può conoscere niente, è arrivato in un momento in cui la città non c’è. Questo vale per tutti i nuovi”.
PEDRO. “Su Pedro c’è un diritto di acquisto da parte del Flamengo che scade il 30 dicembre. Nel momento in cui il Flamengo vuole rivendere il giocatore, noi abbiamo un diritto sulla recompra. Lo stiamo seguendo fissi, una persona di Firenze che lavora a Rio ci dice settimanalmente quello che fa Pedro. E’ un giocatore particolare, ha il Brasile dentro, in quel contesto rende sicuramente di più. I gol però valgono uguali in ogni campionato”.
MERCATO DI GENNAIO. “Voglio sapere chi muoverà delle punte a gennaio. Oggi, 2 dicembre, quello a cui dobbiamo pensare è soltanto al campo. Non posso assolutamente pensare al mercato. L’ho detto anche alla squadra: non si parla di mercato di rinnovi di contratto, dobbiamo pensare solo a vincere le partite”.
ILICIC. “L’insulto a lui era quotidiano nel tratto che portava dai campini allo stadio. Il calciatore era andato in depressione e dopo neanche 4 mesi voleva andar via”.
SOTTIL. “Abbiamo trovato l’allenatore giusto per Riccardo quest’anno. Eusebio Di Francesco allena con il 4-3-3, Riccardo è un esterno alto e noi partivamo con una base di modulo diversa. Il calciatore al 100% torna alla Fiorentina con un prolungamento di contratto per 5 anni”.
IACHINI. “È il mio lavoro sondare tutte le situazioni, ma Beppe è stata una scelta condivisa, lo stimo e lo apprezzo per il grandissimo lavoro fatto. L’esonero è stato per dare un qualcosa di più fresco alla squadra, un qualcosa di diverso che muovesse il nostro ambiente”.
REGISTA MANCATO. “Alla fine del mercato valutavamo il nostro centrocampo come uno dei più forti d’Italia. A parte che con il play puro oggi giocano pochissime squadre. Che poi mi piacesse Torreira è chiaro, è un calciatore che ho portato alla Sampdoria. Ma non era il momento giusto, non era convinto da Firenze in estate. Cambierei il nostro centrocampo con pochissime squadre d’Italia”.
PRANDELLI. “Cosa ci ha colpito? L’amore di Firenze e la grandissima voglia di far bene. Non è una rivincita, non è una rivalsa, ma è un sentimento forte nei confronti di questa società. Poi è motivatissimo: sa di rimettersi in gioco in una situazione in cui è forte perché la conosce bene. Sarri e Spalletti? E’ il mio lavoro quello di sondare tutte le situazioni”.
SOCIETÀ. “Uomini di calcio in società? Barone, come ruolo, è il nostro dg, perciò deve mandare avanti l’azienda. In più è anche un uomo di calcio, perché sono tanti anni che gestisce il NY Cosmos. Le società moderne sono molto snelle e veloci: abbiamo un presidente decisionale, Barone dg e io per la parte sportiva. L’azienda è fatta”.
COMMISSO. “Commisso si stanca? Spero fortemente di no, però è molto deluso. Deluso dalle tante critiche non vere che ricadono su di lui. Sto male per lui a ogni sconfitta, perché penso a quest’uomo che porta tanti soldi e vuol fare un sacco di cose non se lo merita. Spero che queste forti critiche, queste forti delusioni, non portino a un distacco da noi. Però Joe Barone lo conosce meglio di tutti e mi dice di stare sereno, perché combatterà ancora di più”.
CHIESA. “Perché si aspetta l’ultimo giorno? Le operazioni si fanno in due, non da soli, la situazione era talmente esasperata… Callejon era già bloccato da un bel pezzo, era una richiesta di Beppe per cambiare più moduli. Se fosse rimasto Chiesa, avremmo preso anche Callejon”.
SCOUTING. “Poco scouting? Noi non siamo nel momento di scovare. In questo momento abbiamo bisogno di calciatori fatti, che alzino il livello di personalità nel nostro gruppo”.
PERSONALITÀ. “Ho letto che è una squadra a cui manca personalità. Ci sono giocatori come Pezzella, Ribery, Caceres, Borja Valero, Callejon. Ne abbiamo tanti. Il campo è una cosa, ma nello spogliatoio queste personalità si sentono.
AMRABAT. “È un calciatore forte, purtroppo ancora non ha capito Firenze. Lui aveva visto Firenze prima del Covid, quando la capirà diventerà ancora più forte”.
MONTE INGAGGI. “Ingaggi da Europa? Rispecchia la stagione deludente che stiamo facendo”.
CALCIATORI. “Siamo una società che esercita forte pressione ai calciatori. Io ci parlo spesso, Barone non è molto leggero. Tutti i calciatori arrivati li ho scelti io, ma anche quelli che sono rimasti li ho scelti io: ho voluto fortemente che Milenkovic restasse anche se gli rimane un anno, così come Dragowski, Pezzella, Biraghi. La prima responsabilità è mia, ma la seconda è dei calciatori. Però vi ho detto anche giustificazioni (siamo tra i più colpiti dal Covid in senso assoluto) e scusanti (l’assenza del pubblico di Firenze). Adesso la nostra forza dev’essere Cesare”.
DIMISSIONI. “Se ho pensato di dimettermi? Assolutamente no. Qualche calciatore ha chiesto di andarsene? No, nessuno. Bonus nei contratti dei calciatori? Tutti hanno nel contratto un premio qualificazione Europa League, un premio qualificazione Champions League, un premio vittoria Coppa Italia”.
GRANDUCATO DI TOSCANA. “Stiamo lavorando tanto sulla regione. Abbiamo fatto tanti investimenti sulla Primavera, come Gentile e Monteanu (sotto consiglio di Mutu). Peccato che il sistema delle giovanili sta vivendo difficoltà gigantesche”.
MODELLO SASSUOLO E ATALANTA. “Gli faccio i complimenti, perché sono società serissime con cui abbiamo un ottimo rapporto, soprattutto col Sassuolo. Il segreto è il tempo: l’Atalanta ci ha messo anni, il Sassuolo è anche un po’ agevolato da tutta questa situazione contingente, però sono bravi”.
LIROLA E DUNCAN. “Sono due giocatori che ci devono dare di più. Quando hai preso Lirola era il miglior giovane esterno del campionato italiano, fortemente voluto sia da me che da Montella. Duncan è una precisa richiesta di Iachini, lo abbiamo sicuramente pagato di più del suo valore ma a gennaio paghi sempre il 30% in più un giocatore”.
MONTIEL. “L’anno scorso l’abbiamo mandato a giocare in Portogallo, sotto un allenatore preparato come Velasquez. Alla fine del percorso Julio mi ha detto che ha grandissima qualità, purtroppo deve fare anche la forza fisica. Ha qualità incredibili, ma la Serie A è un campionato molto fisico. Dobbiamo trovargli un percorso di crescita”.
DUE ANNI PERSI?“Nel calcio mai un anno è perso, perché non finisci mai di imparare e di migliorarti. Quello che ci mancano sono i risultati. Ho letto critiche per i due giorni di riposo. Prima di tutto: per una ragione dietro l’altra siamo in bolla dall’inizio del campionato, che vuol dire praticamente stare in ritiro. Noi giochiamo lunedì prossimo, lunedì scorso Cesare ha dato riposo, martedì (ieri, ndr) convocazione alle 17.30 per i tamponi, chi voleva (e lo hanno fatto in tanti) poteva allenarsi, poi cena tutti insieme”.
“Quante stagioni per vedere tornare al vertice la Fiorentina? Con questa proprietà, con o senza Pradè, il più presto possibile. Nel momento in cui il presidente non è contento di me sono il primo a fare un passo indietro, ma fino a quel momento darò tutto per migliorare questa squadra”.