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Pradè e una squadra da rifondare, come nel 2012. Il monte ingaggi del ‘primo Montella’…

Ben 60 giocatori sotto contratto, tanti calciatori da piazzare, tante cessioni all’orizzonte. E una squadra da rifare. Come nel 2012.

Pradè con Montella, e sembra di tornare al 2012. Esperienza in più per entrambi, che lontano da Firenze non hanno trovato troppa gloria. Alle spalle una nuova proprietà: dai Della Valle a Commisso, con l’ambizione e l’entusiasmo tornati ad alti livelli dopo un paio d’anni nelle retrovie del campionato, fuori dall’Europa e con contestazioni ripetute. In quell’estate 2012, con Pradè e Montella, c’era anche Eduardo Macia: insieme costruirono una Fiorentina che stupì tutti e fece strada, in Italia e poi in Europa. Partendo da un grande movimento in uscita. Con la cessione di tanti interpreti degli anni di Corvino.

La famosa ‘notte delle pernici’ a Moena contribuì al cambiamento generale, e tanti punti fermi arrivarono poi a fine mercato. Nell’estate 2012 lasciarono Firenze Behrami, Cerci, Gamberini e Kharja, oltre a Nastasic (nell’operazione con il City arrivò Savic), furono ceduti in prestito Vargas, De Silvestri, Lazzari, Acosty, Babacar, Felipe, Salifu e Piccini, mentre si liberarono a zero Montolivo, Amauri, Marchionni, Natali, Kroldrup e Boruc. Arrivarono invece quell’estate Cuadrado (in prestito con diritto di riscatto su metà cartellino), Borja Valero e Gonzalo Rodriguez a titolo definitivo dal Villarreal retrocesso, Matias Fernandez definitivo dallo Sporting Lisbona, Aquilani praticamente a zero dal Liverpool, Pizarro da svincolato, Hegazy, poi VivianoMigliaccio, Della Rocca e Llama in prestito, rientrò Lupatelli, arrivarono Roncaglia ed El Hamdaoui che erano già stati contrattati da Corvino, e tornò a Firenze Luca Toni, dopo lo ‘sgarbo’ di Berbatov in chiusura di mercato. Oltre a Savic, nell’affare Nastasic con il City.

Quella prima stagione di Montella-Pradè la Fiorentina arrivò al 4° posto, dopo una lotta serrata con il Milan per il 3° posto e la Champions sfumata anche per tante decisioni arbitrali controverse nel corso dei mesi (con il tormentone ‘rigore per il Milan’). Tante scelte azzeccate sul mercato, l’idea chiara di tornare a divertire con un calcio innovativo, un centrocampo di qualità pura, e un attacco veloce. Quella Fiorentina, quando partì ad inizio anno, aveva un monte ingaggi inferiore ai 39 milioni lordi, che era il 7° della Serie A. Un monte stipendi praticamente identico a quello della stagione appena conclusa, evidenziato da Corvino nella sua lettera-sfogo di qualche giorno fa.

Ora, per Pradè e Montella, con il supporto di Barone, un lavoro di screening già iniziato e valutazioni da fare sui giocatori da confermare e quelli (tanti) da vendere, con 60 giocatori sotto contratto da gestire. Una squadra da rivoluzionare, da plasmare sulle idee di calcio dell’Aeroplanino. Muriel, Mirallas, Gerson, Edimilson, Pjaca, Terracciano e Norgaard hanno già salutato, Veretout potrebbe farlo a breve, così come diversi altri i titolari dell’ultimo biennio destinati a partire (da Biraghi a Simeone, passando per Hugo e forse Benassi).

Divertire e tornare competitivi, poter vincere qualcosa nel giro di breve: queste le intenzioni di Commisso. Sicuramente il monte ingaggi sarà alzato, pur tenendo conto del Fair Play Finanziario. Da domenica Rocco tornerà a Firenze, e darà nuovi input anche per il mercato. Le prime idee sono precise: centrocampisti di qualità, con un regista in un reparto da rifare quasi ex novo, e un attaccante importante. Giocatori esperti e già pronti, insieme a qualche giovane già affermato. Cambio di strategia, e nuove risorse, rispetto al recente passato.

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