I colori della città ma anche i riflessi della guerra in Ucraina. Domani in Polonia la Fiorentina si gioca il primo round per approdare in semifinale
Ci sono due capre simbolo della città che si scontrano con le loro corna ogni volta che l’orologio del municipio in piazza segna le ore dodici. E ce ne sono altre raffigurate per le strade di Poznan immersa tra i colori dei suoi edifici e una guerra, quella scatenata dall’invasione russa in Ucraina, particolarmente sentita da queste parti. Poznan, anche geopoliticamente, è strategica: soltanto due mesi fa gli Stati Uniti hanno inaugurato Camp Kosciuszko, l’ottava base militare americana permanente in Europa ma la prima in Polonia sul fianco orientale della Nato. Poco fuori dal centro storico, invece, la Fiorentina si giocherà un pezzo del passaggio alle semifinali Conference, scrive La Repubblica.
TIFOSERIA. Przemyslaw Chlebicki, giornalista di punta di TVP Sport, racconta: “Il Lech è molto popolare non solo in città ma anche nella regione. I tifosi del Lech Poznan sono considerati in Polonia come una della tifoserie più grandi e organizzate. Dall’anno scorso tutto sta andando nella giusta direzione: un anno fa il Lech ha festeggiato il suo centenario e in quell’occasione ha vinto l’ottavo campionato polacco della sua storia. In quel periodo ero inviato a Poznan: tutta la città era in festa e migliaia di persone sono venute a festeggiare con la squadra”. La tifoseria del Lech è nota anche per essere fortemente nazionalista e negli ultimi anni è passata alla cronaca per episodi abbastanza controversi che hanno portato anche ad atti di violenza. “Certo, ci sono stati alcuni scandali che hanno coinvolto i tifosi del Lech – spiega Chlebicki – ma conosco molti sostenitori del Lech che non sono aggressivi e sostengono la squadra in ogni partita. Gli avversari sono accolti con gentilezza e questo dimostra che Poznan è una città aperta e tollerante”.
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Redazione LaViola.it