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Portiere e centravanti, la Fiorentina riparte da Drago & Dusan. Le note migliori di una stagione complicata

Giovani, ‘affamati’ e con tanta voglia di migliorare ancora. Gattuso mette due punti fermi per la nuova Viola. Poi bisognerà pensare anche ai rinnovi

I ‘veterani’ del calcio lo ripetono da decenni: per fare una buona squadra bisogna partire da portiere e centravanti. Un numero uno affidabile e una punta che segni. Due pedine fondamentali, poi viene il resto. Anche se quel ‘resto’, nel calcio moderno, è in realtà sempre più importante. Ma tant’è, la Fiorentina di Gattuso riparte dai ‘vecchi principi’. Portiere e centravanti, appunto. Dragowski e Vlahovic. Al netto di rumors di mercato e avances di altri club, per due giocatori giovani e assolutamente di prospettiva. La linea viola però è chiara: si riparte da Drago e Dusan.

RIVOLUZIONE TATTICA. In mezzo alla rivoluzione tattica che sta per nascere, con Gattuso che passerà dal 3-5-2 degli ultimi anni al 4-2-3-1 (o 4-3-3), la Fiorentina ad oggi ha due certezze. Intanto il portiere. Perché se anche Dragowski non ha mostrato nella sua breve carriera una forte predisposizione a giocare con i piedi, caratteristica invece molto apprezzata nel gioco di Gattuso, comunque sarà il polacco il portiere della Fiorentina 2021/2022. Certo, il contratto in scadenza 2023 potrebbe ‘suggerire’ in questo caso un incontro in tempi non troppo lunghi per un prolungamento, per un classe ’97 che nei mesi ha dimostrato una netta crescita. Miglioramenti che, come conta il nuovo allenatore, dovrà far vedere anche nella ‘costruzione dal basso’.

L’ESEMPIO DI CONSIGLI. Del resto, anche nel calcio moderno, diversi portieri sono riusciti a migliorare in questo fondamentale, con tanto allenamento e applicazione. Tanti gli esempi di numeri uno che, dopo anni passati praticamente ‘solo a parare’, hanno poi sviluppato una certa capacità palla al piede. L’ultimo? Consigli del Sassuolo. Magari non un ‘fenomeno’ del ruolo, certo, ma un portiere che con il gioco di De Zerbi ha cambiato totalmente il suo modo di giocare: “Sono cresciuto con l’idea che il portiere debba parare, e ci allenavamo per quello: il gioco di piede era solo per i rinvii. Già con Di Francesco, che pure giocava un calcio diverso, il portiere doveva cercare il passaggio e la palla morbida per terzini e mezzali. Con De Zerbi sono diventato un giocatore di movimento. Di certo il suo arrivo non è una cosa che ho subìto. Sono un ragazzo a cui piace sperimentare: all’inizio, certi smarcamenti e coperture degli spazi mi sembravano cose strane. Effettivamente dopo ci entri dentro, ti ci vedi sempre di più, devi capire il gioco e dopodiché viene tutto più naturale. E questo è successo non solo a me ma anche a Pegolo, che è più vecchio di me”, disse alla Gazzetta qualche settimana fa.

VOGLIA DI MIGLIORARE. Insomma, un cambio di mentalità e tanta applicazione hanno letteralmente rivoluzionato il suo ruolo di portiere. Quello che magari Gattuso si aspetta anche da Dragowski, con l’aiuto anche dei nuovi preparatori dei portieri. Del resto, il polacco, è ancora giovane e ha tanta voglia di migliorare. Ha chiuso il campionato con 889 passaggi totali: 229 i passaggi lunghi completati, 341 quelli sbagliati; 311 invece i passaggi corti riusciti, 8 quelli sbagliati. Una percentuale del 40,2% di passaggi lunghi a buon fine, e del 97,5% di passaggi corti riusciti. Lo scorso anno aveva messo insieme 701 passaggi, con 138 passaggi lunghi ‘azzeccati’ e 248 sbagliati, e con 311 passaggi corti a buon fine e 4 sbagliati. Una percentuale del 35,7% di passaggi lunghi e del 98,7% di passaggi corti riusciti. Fin qui i numeri, dove Consigli quest’anno ha effettuato 1182 passaggi di cui 770 corti e 161 lunghi a buon fine, Donnarumma 1080 totali di cui 627 corti e 205 lunghi riusciti, Silvestri 917 totali con 156 corti e 221 lunghi riusciti (ma ben 537 lunghi sbagliati), Szczesny 883 totali con ben 657 corti e 130 lunghi riusciti, Cragno 823 totali con 320 corti e 213 lunghi riusciti. Tra i portieri del Napoli, Ospina in 16 partite ha giocato 494 palloni, con 308 passaggi corti e 94 lunghi riusciti, mentre Meret in 22 partite ne ha giocati 507 totali con 374 corti e 71 lunghi riusciti.

INCEDIBILE. Fin qui i numeri, anche se poi contano l’impostazione generale della squadra, la qualità delle giocate, le richieste dell’allenatore. Con Iachini e con Prandelli, Dragowski ha assolto il suo compito alla grande. Qualche errorino sì, c’è stato, ma sono state di gran lunga maggiori le partite in cui il polacco ha salvato il risultato. O ha limitato goleade. Insomma, è stato tra i migliori della stagione complicata della Fiorentina. Insieme a Vlahovic, ovviamente. Il vero ‘uomo copertina’. I suoi numeri sono arcinoti, ha battuto record su record e i 21 gol al primo, vero campionato da titolare ha inevitabilmente attirato l’attenzione a livello europeo. La reazione della Fiorentina, però, è stata sempre decisa: Dusan è incedibile.

CONTRATTO. Certo, c’è il contratto in scadenza 2023 che, come con Dragowski (anzi, di più), bisognerà cercare di prolungare quanto prima. Con adeguamento dell’ingaggio dagli attuali 800 mila euro a 3 milioni circa a stagione, magari con inserimento di clausola rescissoria. Ma la Fiorentina non cambia idea: sarà Vlahovic il centravanti della prima Fiorentina di Gattuso. Con la speranza di convincere Dusan a rinnovare anche grazie alle ambizioni del nuovo corso. Del resto, Vlahovic, è sempre stato molto determinato, non ha mai negato di sognare di giocare la Champions e imporsi in un top club. Fin da giovanissimo (LEGGI QUI un’intervista a LaViola.it dell’ottobre 2019). Ma sa anche che andando ora in una squadra più importante potrebbe tornare ad essere ‘uno dei tanti’, mentre la Fiorentina vuole tenerlo sempre più al centro del suo attacco. Per questo, anche negli ultimi giorni, lo stesso centravanti serbo non ha mai smesso di postare anche sui social qualche ‘tocco’ di viola. Piccoli segnali, ma importanti.

TANTI NODI, DUE CERTEZZE. Una certezza non da poco per la prossima Fiorentina. Che poi dovrà andare ad inserire almeno un difensore centrale, un centrocampista (Sergio Oliveira sempre più vicino), due esterni offensivi. Valutare la posizione di diversi giocatori, da Callejon-Ribery a Milenkovic-Pezzella, fino a Pulgar, Biraghi, Kouame, Sottil, Lirola. Ma su due punti la società è ad oggi sicura. Portiere e centravanti. Dragowski e Vlahovic. Si riparte da qui.

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