Non sono Dzeko, Modric e Pedro a portare via lo spazio ai nostri ragazzi. L’idea Edin non è sbagliata perla Fiorentina
Se all’estero lo chiameranno il cimitero degli elefanti, pazienza, ce ne faremo una ragione, scrive Alberto Polverosi sulle pagine del Corriere dello Sport. Ormai il nostro campionato è sul fondo della parte migliore dell’Europa. Ma sarebbe meglio usare un’accortezza, perché se davvero di cimitero si tratta (ma ne siamo proprio sicuri?), allora non elefanti ma leoni, o ancora meglio tigri del Bengala, vista l’eleganza e la classe dei quasi quarantenni che vedremo in Serie A nella prossima stagione.
L’ultimo arrivato è Edin Dzeko, neo viola, 39 anni compiuti nel marzo scorso, ex di Zeljeznicar, Teplice, Wolfsburg, Manchester City, Roma, Inter e Fenerbahce, dove l’anno scorso, coppe comprese, ha segnato 21 gol. Certo, il campionato turco non è chissà cosa, ma sotto molti aspetti mica è tanto distante dal nostro. […]
Molti lo classificano come “punta”, ma è riduttivo. Dzeko è un giocatore d’attacco, è un regista del reparto offensivo, è uno che vede prima di altri, intuisce, indirizza e spiega in campo. Difficile immaginarlo forte e atletico come negli anni della Roma e dell’Inter, ma la testa frulla bene e i piedi ancora rispondono. Avendo espresso nel mercato scorso ampio dissenso sull’operazione-Kean e visto poi come è finita, è meglio andare cauti (in senso opposto) parlando dell’operazione-Dzeko, ma l’idea non è sbagliata. Edin può giocare tranquillamente alle spalle di Kean (se resta) e, in qualche caso, anche al posto di Kean. Servirà anche a partita in corso, per raccogliere di testa i palloni che voleranno alti. Il precedente di Ribery (due anni a Firenze, 50 presenze, 7 gol e pochi spunti della sua vecchia classe), arrivato sull’Arno a 37 anni, ha lasciato in eredità ai fiorentini qualche traccia di diffidenza verso gli over 35, sta al bosniaco guadagnarne subito la fiducia. […]
Certo, non ha torto Luis Enrique quando chiede allo sceicco di non acquistare giocatori oltre i 24 anni. Ma se quei giocatori si chiamano Vitinha, Barcola, Doué, Joao Neves, se può tenere in panchina Gonçalo Ramos e Zaire-Emery, allora ok, tutti siamo per i giovani. Anche Allegri, anche Pioli, anche Sarri farebbero la stessa richiesta. Non sono Dzeko, Modric e Pedro a portare via lo spazio ai nostri ragazzi, anzi, da giocatori di quel valore possono imparare. Sono altri, che non alzano per niente il livello tecnico, a spingere ai margini i giovani italiani. Potremmo fare una lunga lista, ma non sarebbe di buon gusto. Largo ai giovani, ma non chiudiamo ai vecchi, o almeno a certi vecchi.

Di
Redazione LaViola.it