Il commento di Alberto Polverosi sulle pagine del Corriere dello Sport
Nel suo editoriale sul Corriere dello Sport, Alberto Polverosi ha commentato così le dimissioni di Raffaele Palladino come allenatore della Fiorentina: “Si è dimesso il “figlio” di Rocco. D’improvviso, senza preannunci, senza un’avvisaglia. Si è dimesso Raffaele Palladino che meno di ventiquattro ore prima era stato idealmente abbracciato da Commisso. «Gli voglio bene come a un figlio», aveva detto il presidente. E il “figlio” se n’è andato di casa di prima mattina. Le versioni variano, dipende dalla sponda che le diffonde. Per esempio: “Non ha retto le pressioni”, così ha riferito lo stesso allenatore a Ferrari, direttore generale della Fiorentina. Contro il Bologna, sull’1-0 per i viola che in quel momento erano a tre punti dalla zona-Champions, è stato contestato al coro “salta la panchina, Palladino salta la panchina”. Ma se davvero fosse questa la ragione, avrebbe potuto dimettersi lunedì (quando invece si è incontrato con i dirigenti per iniziare a programmare la prossima stagione), non ieri dopo i complimenti del presidente, a cui di sicuro non ha fatto fare una bella figura. La seconda: “Vedrai, lo hanno chiamato l’Atalanta o la Lazio”. La terza: “Ce l’ha con Pradé”. In ogni caso, è un caso. A qualcuno è tornata in mente la storia di Gattuso, con la rottura traumatica prima dell’inizio della stagione. Ma allora fra Commisso e l’allenatore c’erano state subito delle forti incomprensioni. Stavolta, solo carezze da parte del presidente.
[…] Quanto meno questo addio ha il merito di arrivare in tempo per permettere al club viola di scegliere il sostituto del giovane allenatore. Dopo la rottura con Gattuso, il diesse Pradè aveva portato Italiano a Firenze e in tre anni la squadra, che non era del livello tecnico di quella consegnata a Palladino, ha fatto un percorso di crescita. Ora per la Fiorentina le possibilità non sono poche, da quelle costose a quelle più abbordabili sul piano economico.
Tre considerazioni per chiudere. La prima: se la società ha intenzione di migliorare la propria dimensione e se i giocatori di spicco (De Gea, Kean, Fagioli, Dodo e Gosens) verranno confermati in blocco, non sarà male consegnare la squadra a un tecnico esperto a questi livelli, con le idee chiare e le spalle robuste. La seconda, agganciata alla prima: se invece la scelta ricadesse per la terza volta su un giovane di belle speranze, una guida puramente calcistica (un allenatore senza più ambizioni di panchina, ma di grande esperienza, una figura come Ranieri, Guidolin o Prandelli) potrebbe essere un buon sostegno. La terza: la conferma o meno di Gudmundsson, per quanto aveva detto Pradè, era una decisione che il club avrebbe preso con Palladino. C’è da augurarsi che, fatta salva la questione processuale, il nuovo allenatore decida di tenere un giocatore che, se torna quello di Genova, può far impazzire Firenze. E poi per 17,5 milioni, tanto vale il riscatto dell’islandese, non è facile trovare un altro 10 di quel livello”.
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Redazione LaViola.it