
L’Italia vince di nuovo con la formula del doppio centravanti. A segno tutte e tre le punte a disposizione di Gattuso
La nostra “gufata” ha esaurito l’effetto al secondo rigore sbagliato da Haaland, sullo stile di Dovbyk. Pochi minuti di magìa nera, poi neanche quella è riuscita a fermare l’onda rossa che ha travolto anche Israele. Tanto chè alla fine del 5-0 di Oslo ci domandavamo se erano pochi i gol presi dall’Italia in Norvegia (appena tre…) o troppi quelli incassati da Israele (quattro, contro i cinque degli azzurri). Domanda oziosa, anche perché quel 5-0 ci ha tolto gli ultimi dubbi, meglio pensare al secondo posto: della differenza-reti, con la Norvegia a +26 e noi a +5 prima di cominciare a giocare a Tallinn (poi saliremo a +7), ci occuperemo alla prossima qualificazione mondiale. Lo scrive Alberto Polverosi sul Corriere dello Sport.
OTTO GOL IN TRE. Anche se, vista la formazione schierata da Gattuso, un pensiero a una rimonta-vendemmiata forse c’era nella mente di qualcuno. Tre centravanti in due coppie, tre gol, uno a testa. L’aspetto più interessante e piacevole della partita degli azzurri. Non solo, se contiamo le tre partite di Gattuso, Estonia, Israele ed Estonia, ce n’è un altro ancora più incoraggiante: i tre centravanti schierati, Kean, Retegui e adesso anche Pio Esposito, hanno segnato 8 gol. Non accadeva da una vita. Ha proprio ragione Gasperini che nell’intervista al direttore di questo giornale aveva detto: “Per costruire una squadra si deve partire dall’attacco, perché se l’attacco è forte tutto diventa più semplice“.
ITALIA OFFENSIVA. Tre giorni dopo, la conferma è arrivata dal suo collega Gattuso. Che era ripartito dalla solita coppia, Retegui-Kean, con un’ala d’attacco come Orsolini (15 gol nel campionato scorso) e un attaccante vero come Raspadori ai lati. E’ andata come doveva andare una partita fra una squadra, la nostra, al 10° posto della classifica Fifa, e un’altra, l’Estonia, che nella stessa classifica occupa il 129° gradino. Due a zero alla fine del primo tempo, solo l’Italia a giocare, a tirare, a segnare, due gol (pochi per quanto gli azzurri avevano prodotto in quei 45′), un rigore sbagliato, quindici conclusioni e otto calci d’angolo a zero. Tutto facile? Certo, tutto facile, ma quante volte abbiamo visto la Nazionale soffrire, perfino stentare, contro avversari modesti del livello dell’Estonia.
DOPPIO CENTRAVANTI. Restiamo all’idea di Gattuso del doppio centravanti, che ha confermato la sua efficacia. Prima del problema alla caviglia, Kean aveva piazzato aperto le danze alla sua maniera, botta secca sul secondo palo. E anche quando è uscita la punta viola il ct ha confermato la coppia di centravanti, aggiugendo a fianco di Retegui il giovane Pio Esposito. Nel secondo tempo la risposta dell’interista col suo primo gol azzurro. Un po’ di minuti dopo l’ingresso di Pio, l’ex Atalanta si è procurato (e ha sbagliato) il rigore e poi ha segnato il 2-0. Non abbiamo ritrovato Vieri e nemmeno Inzaghi, ma finalmente c’è una strada.
CENTROCAMPO ASCIUTTO. Avendo davanti la debole Estonia ha funzionato anche il centrocampo asciutto disegnato da Gattuso, con due soli interpreti, Barella e Tonali, capace di guidare un istantaneo recupero-palla sulla trequarti avversaria, agevolato non poco dagli errori in uscita degli estoni. Dubitiamo che contro avversari di un altro livello il ct calabrese ripresenti un centrocampo a due, quando ai suoi lati giocano due attaccanti. Donnarumma ha regalato agli estoni una gioia, ma il 3-1 finale ci può soddisfare e anche consolare ricordando che a Tallinn l’armata norvegese aveva vinto solo uno a zero.
ADESSO ISRAELE. Adesso arriva Israele, distaccato di tre punti anche al netto di una partita in meno. Se martedì a Udine avremo la meglio, otterremo la certezza aritmetica del secondo posto; se invece pareggiamo, dovremo fare un altro punto per conquistare l’accesso ai playoff di marzo. Sarebbe la terza volta che il nostro destino si compie agli spareggi. Che sia la volta buona.

Di
Redazione LaViola.it