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Rassegna Stampa

Polverosi: “Franchi, per Firenze è un fallimento. Monumento che verrà giù”

Stadio Artemio Franchi Firenze

Il commento del noto giornalista alla vicenda Franchi, deflagrata ieri con i comunicati di Ministero e Fiorentina

E così è finita nel peggiore dei modi. E’ finita la storia del Franchi, non si farà e presto comincerà a cadere a pezzi e non a pezzetti come già ora sta accadendo. Il monumento verrà giù un gradino per volta, un pilone per volta. Raramente nel nostro cammino lavorativo ci è capitato di condividere lo stesso pensiero della Fiorentina, forse perché non si tratta di calcio ma di vita, non si tratta della squadra (non solo della squadra), ma della città. Per Firenze questa decisione è un fallimento. Commisso può tenersi i soldi in tasca, può fare un bello stadio a Long Island, ma non a Campo di Marte perché questa è la città del passato e non sarà mai la città del futuro. Qui si vive di ieri e non si vede il domani. Scrive Polverosi sul Corriere dello Sport.

Il Ministero ha deciso che il Franchi non si può rifare. O meglio, non si può rifare come esigono i criteri per un impianto produttivo e le regole della Uefa. Si può pensare alla moltiplicazione delle curve, non un’aggiunta ma una sovrapposizione, non si può toccare nient’altro. L’investimento garantito non è gradito, il tentativo di rilanciare l’economia a Firenze nemmeno. Trecento milioni di euro, il posto assicurato per centinaia e centinaia di lavoratori, niente, questo non conta niente, tralasciando poi il riverbero che un’opera del genere avrebbe avuto sulla squadra e sul suo potenziamento.

Non sappiamo se ora Commisso punterà su Campi Bisenzio, se cercherà altrove lo spazio per costruire un nuovo stadio. Sappiamo solo che questa è un’occasione follemente persa, un’occasione di crescita frenata dalla miopia, forse perfino dalla paura di soggiacere alla volontà di un imprenditore. Quando la politica frena, quando mette i paletti, invece di favorire lo sviluppo, è una politica perdente.
Appena gli stranieri torneranno a riempire le desolanti casse vuote della città ci aspettiamo che le guide turistiche inseriscano nei tour fiorentini la visita del Franchi, subito prima o subito dopo quella degli Uffizi e di Palazzo Vecchio.

Quando i giapponesi ne chiederanno il motivo, le guide potranno orgogliosamente ostentare un altro museo a cielo aperto, una scala e un tetto, e potranno rispondere agli increduli visitatori che mai, nella storia dell’arte italiana, un monumento è stato così strenuamente difeso. Al tempo stesso però dovranno impedire ai giapponesi di fotografare il monumento troppo da vicino, perché un calcinaccio può sempre cadere.

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