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Alberto Polverosi, sulle pagine del Corriere dello Sport-Stadio, analizza la situazione della Fiorentina dopo la sconfitta contro l’Atalanta: “Soltanto Venezia, Como e Bologna hanno subìto più gol della Fiorentina in campionato. E anche l’Atalanta, che però ne ha fatto uno in più di quelli incassati. I viola ne hanno presi 6, a cui vanno aggiunti i 4 in Conference League: 10 gol subiti in 6 partite. L’anno scorso, quando criticavamo Italiano per la sua difesa altissima (come sta capitando ora al Bologna), alla quarta giornata la Fiorentina di gol ne aveva incassati 9 a cui andavano aggiunti i due presi dal Rapid Vienna in Conference e faceva un totale di 11. Dunque, statisticamente parlando, seppur minima la distanza è a favore della Fiorentina di Palladino. E il problema non sta nemmeno nella differenza reti: con Italiano nelle prime 6 partite ufficiali la Fiorentina aveva segnato 11 gol, con Palladino 9, appena due in meno.
Il distacco vero sta nella produzione. Oggi i viola hanno 4 punti in meno del campionato scorso nonostante la presenza (finalmente) di un centravanti di livello e in Conference hanno superato il turno solo ai calci di rigore con una prodezza di De Gea. Un anno fa era quinta. Quando Palladino dice di essere «soddisfatto della fase difensiva» e aggiunge di «aver concesso poco all’Atalanta che ha grandi giocatori» c’è qualcosa che non quadra. All’Atalanta, oltre i tre gol, sono state concesse quattro nitide occasioni in un una ripresa in cui la Fiorentina ha incassato un contropiede dietro l’altro senza produrre niente di significativo in attacco.⌈…⌋ A questo punto non resta che un ultimo tentativo, peraltro preannunciato dal tecnico stesso il giorno della presentazione: se dopo 6 partite la difesa a 3 fa acqua da tutte le parti, nonostante la protezione di tre mediani, forse vale la pena tornare alla vecchia difesa a 4. Modulo: 4-4-1-1.
Non è la rinuncia a un’idea, non è nemmeno un passo indietro: è elasticità, dote di cui ogni allenatore deve portare con sé. De Gea o Terracciano, poi Kayode o Dodo come terzini di fascia destra, Pongracic (che a 4 era stato uno dei migliori difensori centrali della stagione scorsa e a tre si è rivelato un mezzo disastro tanto che Palladino lo ha portato per due volte di fila in panchina) e Ranieri o Martinez Quarta al centro, Biraghi o Parisi come terzini di sinistra; esterno destro di centrocampo sempre Kayode o Dodo, coppia centrale a scelta (Mandragora, Bove, Adli, Cataldi e Richardson), Gosens esterno sinistro, Gudmundsson dietro Kean. Ecco, Gudmundsson è la vera unica attenuante di Palladino che finora non l’ha mai potuto schierare. Con l’islandese in forma, la Fiorentina può cambiare faccia, può diventare più fantasiosa e incisiva. La parola alla Lazio, domenica alle 12,30″.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
														 
														 
														
Di
Redazione LaViola.it