Rassegna Stampa

Poesio sul Corriere Fiorentino: “Tra paura ed errori. Il 2-2 non basta, serve di più per uscire dalla crisi”

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Contro il Genoa solo timidi segnali positivi. Vanoli ha bisogno di tempo e sostegno, ma il vero problema resta una squadra ben lontana dalle promesse estive

Ernesto Poesio, sul Corriere Fiorentino, analizza il pareggio tra la Fiorentina e il Genoa con uno sguardo lucido e disincantato, sospeso tra delusione e realismo. L’interrogativo che apre il suo editoriale – un punto guadagnato o due punti persi? – resta senza una risposta definitiva, a testimonianza della complessità del momento viola. “È difficile, in tutta onestà, dare una risposta alla fine di una partita in cui i veri protagonisti sono stati la paura di perdere e una marea di errori tecnici da entrambe le parti“.

Poesio mette subito in chiaro che il 2-2 finale non deve trarre in inganno: “Non traggano in inganno il risultato e i quattro gol, la gara è stata sostanzialmente bruttina con alcuni prolungati momenti da ‘festival della pallata’ nella speranza che qualcosa, in mischia, potesse accadere“. E qui il nodo centrale: quali aspettative pesano oggi sulla Fiorentina? Il giornalista spiega: “Se dovessimo giudicare il pareggio di Genova secondo gli standard a cui dovrebbe essere abituata la Fiorentina, difficilmente potremmo considerare il 2-2 di Marassi un risultato sufficiente, a maggior ragione visto che i viola erano riusciti a passare in vantaggio“.

Ma c’è un’altra prospettiva, quella del realismo più crudo: “Facendo esercizio di realismo e indossando le lenti della squadra a rischio retrocessione (…), ecco che l’aver almeno mosso la classifica (…) può rappresentare una piccola boccata d’ossigeno“. Piccoli segnali positivi, dunque, a cui aggrapparsi:Il primo tempo di Gudmundsson, ad esempio, più coinvolto e più vicino alla punta rispetto a quanto mostrato in passato, il primo gol in campionato di Piccoli che è pure andato vicino alla doppietta, i continui progressi di Fortini (…), una ritrovata dinamicità per Sohm“. Eppure, si tratta solo di “sprazzi, timidissimi segnali, a cui è necessario aggrapparsi come uno che è costretto ad accontentarsi di qualche goccia di rugiada nel deserto“.

La riflessione finale si concentra sulle responsabilità dirigenziali: “Accettare, nella speranza che sia una condizione temporanea (…), questo livello ben al di sotto di quello che era stato promesso a inizio stagione e per cui i dirigenti viola hanno impegnato la scorsa estate 90 milioni del club“. E infine, un monito: “Per uscire da questa crisi profonda non può bastare il cambio di allenatore. E lo stesso Vanoli avrà bisogno di aiuto e spalle coperte. Ciò che da Italiano a Pioli spesso a Firenze è mancato“.

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