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Rassegna Stampa

Poesio sul Corriere Fiorentino: “La vittoria che fa primavera”

Moise Kean - Fiorentina

Settima vittoria contro una ‘grande’ per i viola di Palladino, trascinati da Kean e Gudmundsson davanti a un entusiasta Commisso

Ernesto Poesio, sul Corriere Fiorentino, analizza con entusiasmo la vittoria della Fiorentina sull’Atalanta, settima “grande” squadra caduta al cospetto dei viola. Un successo che, secondo l’autore, rilancia con decisione le ambizioni europee della squadra allenata da Palladino.

E sono sette. Le grandi squadre cadute davanti alla Fiorentina. Basterebbe questo per inserire i viola a pieno titolo nella lotta per l’Europa che conta, non fosse altro per la classifica degli scontri diretti che in un gruppone così ristretto alla fine potrebbe fare la differenza“. Ma il giornalista sottolinea che “c’è di più, molto di più, nella vittoria contro l’Atalanta, quasi un’ideale prosecuzione della magica serata contro la Juventus. Sempre al Franchi e sempre in controllo della partita per tutti i novanta minuti“.

Un dominio costruito su precise qualità: “Concentrazione, forza nei contrasti, fiducia, dedizione di tutti alla fase difensiva sono i cardini su cui Palladino ha insistito per individuare la strada giusta da percorrere davanti a quel pericoloso bivio in cui si era ritrovata la sua squadra“. E così, scrive Poesio, “adesso che la primavera inizia a colorare le colline fiorentine, anche la squadra di Firenze vive la sua fioritura“.

Un fiorire non solo sul piano tecnico-tattico, ma anche mentale: “Ciò che più conta, al di là di un risultato fondamentale per la classifica, è come la Fiorentina sia tornata a trasmettere all’esterno una sicurezza nei propri mezzi e una convinzione nella vittoria che intimidisce gli avversari“. Anche l’Atalanta ne è rimasta vittima: “arrivata a Firenze per inseguire il sogno della corsa scudetto e del tutto inibita dalla squadra di Palladino che fin dai primi minuti ha indirizzato la gara dalla propria parte con grande personalità“.

In tribuna, ad assistere alla partita, c’era anche il presidente Commisso, la cui presenza potrebbe rivelarsi decisiva anche in vista del futuro: “Si è goduto lo spettacolo in tribuna anche il presidente Commisso, arrivato per seguire da vicino il rush finale della stagione. […] Al momento impensabile senza Moise Kean su cui però aleggia lo spettro della clausola rescissoria a 52 milioni (non rateabili)“. Una cifra alta, certo, ma non abbastanza da scoraggiare i pretendenti: “non sufficiente a blindare forse il migliore numero 9 del campionato. Una forza della natura, un fuoriclasse del gol, uno di quei bomber a cui le squadre si affidano consapevoli di avere davanti chi è in grado di far vincere le partite. Accadeva con Gilardino, con Toni e anche (a rischio di commettere ‘sacrilegio’) con Batistuta“.

Sulla possibilità di trattenerlo, Poesio osserva: “È vero che davanti al pagamento della clausola solo Kean potrebbe opporsi, ma il calcio è pieno di contratti appena firmati e subito rinnovati a condizioni economiche più alte, senza più via di fuga per il giocatore“. Un altro protagonista in crescita è Gudmundsson: “anche con l’Atalanta l’islandese ha giocato praticamente a tutto campo. Un ruolo da 10 vecchia maniera che da tanto non si vedeva a Firenze e su cui vale la pena insistere“.

Il gioco di Palladino forse non sarà tra i più spettacolari (e poi dipende dai gusti), ma ha fruttato 51 punti a una media di 1,70 a partita. I numeri legittimano l’ambizione di un finale da protagonista“.

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