Pareggio senza reti che non fa sorridere nessuno. Noia nel primo tempo, la Viola ci prova nella ripresa, ma rischia nel finale.
Domanda: qualcuno è davvero soddisfatto di un pareggio senza sale, pepe e alcun tipo di aroma? Nessuno. E avremmo le motivazioni. La Fiorentina perché vive di pareggite acuta (16 in campionato) e non vince una partita in casa da quattro mesi. La prima di Montella non può essere un focus su Vincenzo: è appena arrivato, lasciamogli il tempo. Ma fossimo in Mihajlovic non torneremmo a casa con la pancia piena. Il punto, certo, e un lavoro – quello di Sinisa – che non si discute, al netto della serataccia di Bergamo. Ma è sacrosanto che il Bologna avrebbe dovuto e potuto osare di più, andando sulle paturnie viola, magari con un attaccante in corsa prima che il diluvio rendesse più brutta la recita del “Franchi”. Come dice Sinisa, è mancao coraggio, scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
LA NOIA. Il primo tempo è una via di mezzo tra “ma stanno giocando?” e “qualcuno si sveglia?”. Siamo a livelli da cinque meno in quanto a produzione. La nuova Fiorentina di Montella non può essere certo giudicata dopo tre o quattro giorni. La circolazione è lenta, la montagna produce un paio di topolini (Simeone e Dabo), ma siamo a livelli miseri. Se il calcio moderno è circolazione rapida, fantasia e fisicità, bisogna lavorare un po’ per un futuro migliore. La sensazione è che mentalmente il Bologna si adegui troppo, come se il compitino (e il pareggino) fosse già un’ottima base.
SUSSULTI. All’intervallo ci chiediamo: impossibile far peggio. Il Bologna non cambia atteggiamento: bello compatto, ma poco propenso a ribaltare. La Fiorentina fa la partita come chi tiene un cerino in mano e non vede l’ora di passarlo all’amico che transita da quelle parti. I viola producono con Chiesa due volte (garanzia Skorupski) e con Muriel che al 19′ non capitalizza uno svarione di Lyanco. Un quarto d’ora dopo Luis prende il palo con un tiro che sembra cross: evento molto figlio del caso. Lo 0-0 è scritto sui muri e sulla sabbia, eppure ci prova Veretout a schiodarlo con un disimpegno errato: Lafont si stende tutto e respinge su Orsolini. Ma resta forte la sensazione che, persino se avessero giocato fino a Pasquetta, sarebbe finita così.
Di
Redazione LaViola.it