Intervista all’ex commissario tecnico del Cile e attuale allenatore del San Lorenzo che commenta così il momento del centrocampista cileno
Un gol e un assist nella prima partita di campionato contro il Napoli, per il nuovo centrocampista della Fiorentina, Erick Pulgar. Il cileno arrivato per circa 10 milioni dal Bologna dopo una Copa América da protagonista, ha mostrato sin da subito la sua abilità sui calci da fermo impreziosendo una prestazione di qualità e quantità. Per questo motivo la nostra redazione ha contattato in esclusiva Juan Antonio Pizzi, allenatore argentino naturalizzato spagnolo attualmente al San Lorenzo, che da ct del Cile ha vinto nel 2016 la Copa América Centenario:
Dopo la grande Copa América con il Cile, contro il Napoli si è confermato: come commenta il momento di Erick Pulgar?
“Credo che si sia consolidato ed è cresciuto in quanto a personalità. Adesso ha molta fiducia nei propri mezzi e questo lo fa giocare bene. Ha avuto una crescita negli ultimi 3-4 anni molto importante e sono sicuro che sarà un grande rinforzo per la Fiorentina”.
Lei lo ha convocato per la Copa América 2016 e lo ha difeso in conferenza davanti alla stampa cilena che era un po’scettica su quella scelta. Cosa l’aveva colpito per scommettere su di lui?
“Conosco il calcio italiano e so quanto sia difficile conquistarsi un posto da titolare in qualsiasi squadra. Erick si è preso la maglia da titolare del Bologna con molta autorità. Noi credevamo che fosse in possesso delle qualità per competere con i migliori calciatori del mondo. Indubbiamente abbiamo deciso di convocarlo per quella edizione della Copa América”.
Contro il Napoli ha giocato da interno di centrocampo, mentre sia nel Bologna che con il Cile ha giocato principalmente davanti alla difesa. Secondo lei qual è il suo ruolo naturale?
“Io credo che lui sia equilibrato ed è in grado di adattarsi molto bene alle due posizioni. Con noi in Nazionale ha giocato sempre come centrocampista centrale perché era il ruolo che occupava anche nel Bologna. Lui ha debuttato inizialmente come difensore centrale e quindi si adatta molto bene ai cambiamenti tattici: sia da centrocampista centrale che da interno e anche da difensore”.
Ha avuto un’infanzia difficile ad Antofagasta, lei che ha avuto modo di conoscerlo che persona è fuori dal campo?
“Un’eccellente persona e un grande professionista che rispetta sempre le decisioni dell’allenatore. È un po’ silenzioso e a me piacciono i giocatori che parlano, così ho cercato di farlo migliorare da questo punto di vista. È molto timido, i tanti tatuaggi ingannano, ma sono di moda tra i calciatori. Nonostante il suo essere silenzioso, in campo riesce a trasmettere ai compagni il giusto atteggiamento. Credo che adesso sia migliorato, soprattutto vedendolo con la Nazionale. Rispetto a tutti gli aspetti extracalcistici è un esempio e non bisogna avere dubbi su di lui”.
Ha qualche aneddoto su di lui?
No, purtroppo avendolo allenato solo con la Nazionale abbiamo condiviso pochi giorni insieme. Comunque non ho niente di negativo: mai nessun rimprovero, si è sempre comportato in maniera professionale”.
Infine, riguardo al suo presente sulla panchina del San Lorenzo primo in classifica a pari merito nella Superliga argentina, crede che il difensore Marcos Senesi sia pronto per il calcio europeo?
“Siamo primi e a dire il vero abbiamo avuto un inizio molto positivo. Passo dopo passo possiamo far crescere il livello della squadra. Quello individuale è molto buono e questo si ripercuote su quello collettivo e ci permette di battere gli avversari della Superliga. Senesi secondo me ha il potenziale per giocare in Europa, ma noi vogliamo trattenerlo almeno per un’altra stagione almeno. Abbiamo molto bisogno di lui perché è un elemento fondamentale della nostra squadra”.
Di
Mattia Zupo