Notizie
Pizarro: “Non capisco i giocatori di oggi, vivono come star. Firenze è sempre nel mio cuore”
L’ex regista viola ha analizzato con lucidità il momento della Fiorentina e ricordato la sua esperienza a Firenze
David Pizarro, per tutti il Pek, è intervenuto oggi a Radio Bruno, il giorno della sfida di Conference League da dentro o fuori della Fiorentina contro il Panathinaikos. “Faccio avanti e indietro tra Italia e Cile. Tornare a Firenze è bellissimo, ritrovi gli ex compagni. Sono stati tre anni bellissimi, anche a livello umano. Ci siamo tolti delle soddisfazioni importanti in quelle stagioni. Rifarei la finale di Coppa Italia perché abbiamo vissuto delle cose che non si possono vivere in un campo da calcio. Passarono quasi due ore prima dell’inizio della gara, per me non si giocava più. Invece, siamo entrati imbambolati e abbiamo preso subito il gol dell’1-0. Giocherei nuovamente quella finale perché quello che si creò non appartiene al calcio”.
L’ARRIVO A FIRENZE. “Il 2012 è stato l’anno in cui più mi sono divertito, eravamo una squadra completamente nuova e talentuosa. Quando arrivai a Firenze c’era un clima di contestazione, ma abbiamo ribaltato sul campo la situazione. A Firenze mi sono trovato benissimo fin da subito, ho capita la mentalità del fiorentino ed è anche nata mia figlia. I giocatori di oggi vanno a giro con 10-20 persone che fanno da scudo tra loro ed i tifosi, ma mi chiedo: chi siete? Non va bene ragazzi, non funziona così, serve contatto e comunicazione con i tifosi. Tanti giocatori di oggi vanno a vedere i commenti dei social prima di quelli dei propri compagni, allenatore o staff tecnico. È un problema enorme. Noi andavamo a mangiare nei Viola Club almeno una volta al mese”.
LO STILE DI GIOCO. “Hai il peso della responsabilità, non puoi tradire il tuo compagno, è importante saper tenere la palla. Quando arrivai all’Udinese ero trequartista, poi con Spalletti è iniziata una carriera completamente diversa. Il calcio italiano ai tempi era ancora un calcio molto importante, dunque avevo grandi responsabilità. Nella mia posizione era fondamentale saper dettare il ritmo del gioco, quando velocizzare e quando rallentare. Questa caratteristica si apprende in campo con l’esperienza. Ci capivamo al volo, con Borja, Aquilani, Mati Fernandez”.
IL RUOLO. “Il mio ruolo si sta un po’ perdendo, vogliono l’incontrista. Sta svanendo la fantasia, perché il calcio oggi è molto posizionale. Ne perde poi anche la gente, che vede uno spettacolo minore. Prima di venire in Italia andavo in trasferta con i tifosi, in curva, e quindi conosco bene il sentimento dei tifosi e la voglia di divertirsi”.
SULLA FIORENTINA ATTUALE. “Credo che manchi continuità a questa squadra. Quando manca continuità subentrano problemi importanti. L’ultima partita che ho visto, quella col Lecce, non mi è piaciuta e conoscendo il palato del fiorentino non credo che sia felice di veder giocare la squadra così. In questo momento non credo che nei viola ci sia un giocatore simile a me. Mi aspetto tanto da Zaniolo, un giocatore con delle qualità importanti che conosco fin dalla Roma. Quando sarà il momento giusto dovrà dimostrare il suo valore”.
LA GARA DI STASERA. “Le partite come quella di oggi contano moltissimo, si parla molto tra noi giocatori. mi auguro che questo gruppo oggi si raduni per parlarsi, secondo me è una gara alla portata. La Fiorentina è più forte del Panathinaikos. Stasera farei giocare Fagioli, Adli e Cataldi a centrocampo”.
SU MATI FERNANDEZ. “Un giocatore atipico nel calcio, un ragazzo buono e talentuoso. Nel 2006 vinse anche il Pallone d’Oro sudamericano”.
LA PARTITA IMPRESSA NEL CUORE. “Credo che siamo andati molto vicino alla perfezione della gara contro l’Inter che suscito il famoso coro “Il pallone è quello giallo”. Il 4-2 con la Juventus invece non fu una partita perfetta perché fino agli ultimi 15’ eravamo spariti dal campo. Fu poi bellissimo, al termine della gara, vedere la gente piangere per le emozioni che gli avevamo regalato. Chi arriva nella Fiorentina deve sapere che la partita contro i bianconeri è una partita speciale”.
UN CONSIGLIO PER IL CENTROCAMPO VIOLA. “La personalità è fondamentale. Il centrocampo è il cuore del campo, spero che i giocatori viola abbiano nei loro occhi lo spirito per passare il turno. Fagioli mi piace molto, può aiutare tanto anche in fase di regia”.
L’AFFETTO DI FIRENZE. “Adesso sento il peso dell’affetto dei tifosi, quando giochi ci pensi meno. Oggi, che sono fuori dal calcio, vedere questo affetto mi fa pensare che abbiamo fatto davvero un buon lavoro”.
ADLI-FAGIOLI. “Se potevano giocare Pizarro-Borja insieme, perché no? Se sei pronto a correre anche per il tuo compagno, allora non ci sono problemi. Il calciatore che scende in campo ed indossa la maglia, rappresenta anche il compagno che è in tribuna. Bisogna essere solidali”.
INTELLIGENZA TATTICA. “Fa parte dell’organizzazione che una squadra ha. Non è un fatto di personalità, ma di compromesso”.