E’ quella, probabilmente, la gara spartiacque della squadra di Italiano finalmente protagonista di ottimi risultai anche in campionato
A partire dalla trasferta di Verona nella quale la Fiorentina è scesa in campo con un altro spirito. Più umile e, se vogliamo, più operaio. Sempre a Verona tra l’altro, si è vista l’altra novità che ha caratterizzato il filotto fatto di quattro vittorie (due in campionato più le due col Braga) e un pareggio, con l’Empoli. Scrive il Corriere Fiorentino.
Dopo averlo in parte accantonato Italiano è tornato al 4-2-3-1. E lo ha fatto soprattutto per assecondare la crescita esponenziale di Rolando Mandragora. Tanto in difficoltà nella prima parte di stagione, quanto insostituibile adesso. L’ex Toro garantisce personalità, forza ma, più che altro, velocità di pensiero. Due tocchi e via. Con lui insomma, la manovra scorre molto più veloce. Ma Mandragora non è stato l’unico a sbocciare. Non si possono non notare la crescita di Igor e l’impennata nel rendimento di Dodo. Che, contro il Milan, ha giocato la sua miglior partita in maglia viola. Corsa, strappi, dribbling.
Una prova piena di cose belle, culminata con l’assist per il 2-0 di Jovic. Per non parlare di Ikoné. Decisivo sia col Verona (assist per Barak) che contro il Milan quando da un suo spunto è nato il rigore poi realizzato da Gonzalez. O dello stesso attaccante serbo e (soprattutto) di Cabral.
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Redazione LaViola.it