Rassegna Stampa

Pioli trasforma la Fiorentina: gioco, qualità e senso di appartenenza

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Dalle difficoltà contro le piccole per non saper imporre il proprio gioco, alla volontà di creare e dominare

Non c’è dubbio che Stefano Pioli abbia già al suo attivo molti meriti, scrive La Nazione. Il nuovo tecnico ha riportato senso di appartenenza un po’ smarrito negli ultimi mesi. O meglio, messo a dura prova dalle contestazioni di fine stagione. Però ha regalato un respiro nuovo e di parole mai pronunciate prima e sdoganate non con leggerezza (Champions); ha sostenuto il peso, l’immagine, la responsabilità della società, è sempre impareggiabile per disponibilità, serietà e impegno.

IL GIOCO. Accanto a queste qualità Pioli allinea una concezione del calcio che si è sempre più avvicinato alle esigenze attuali. Tante volte la Fiorentina con le piccole ’non ha avuto gioco’. Lasciava troppo l’iniziativa agli altri, faceva fatica ad alzare la linea del pressing, arretrando i centrocampisti e alla stesso tempo si ’dimenticava’ di andare a prendere l’avversario dove nasce la manovra. Portando Kean ad isolarsi. Certo, questo stile aveva anche meriti, soprattutto contro le grandi, dove si insisteva sulle difficoltà, più che a tenere il pallino del gioco, sfruttando le qualità dei singoli.

INSIEME. Pioli, pur tenendo conto della forza delle avversarie fino a qui affrontate, ha concetti chiari: oltre alle qualità dei singoli punta sulla coralità del gioco. Se da una parte la difesa ha solo iniziato a trovare distanze e sintonie, gli altri reparti hanno fatto vedere cosa possono dare, aspettando Gudmundsson. «Voglio mettere in campo più giocatori di qualità possibile», le prime parole di Pioli sulla Fiorentina che verrà, con «uno stile di gioco chiaro». Che tradotto significa non spalmarsi sugli avversari, ma affrontarli con personalità.

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