Il tecnico si sta prendendo del tempo per valutare la rosa e ha già compiuto scelte non scontate. Salvo occasioni, il mercato in entrata riprenderà dopo la tournèe inglese
La Fiorentina prosegue il suo precampionato dal St. George’s Park National Football Center, in Inghilterra, con le ormai consuete buone sensazioni che accompagnano questo inizio di stagione dei viola. Per una città molto passionale ma anche molto critica come Firenze, non è così consueto vivere un periodo così tranquillo, in cui la piazza è fiduciosa ed entusiasta in vista del via ufficiale dei giochi.
Merito delle mosse societarie di queste prime settimane, che di fatto hanno confermato tutti i big dello scorso campionato, aggiungendo un roleplayer in difesa (Viti), un innesto di prospettiva a centrocampo (Fazzini) e un giocatore in là con gli anni ma con un passato da vero campione in attacco (Dzeko). Tuttavia, tanta della fiducia che si respirà a Firenze è merito del ritorno di Stefano Pioli sulla panchina viola, un allenatore arrivato alla Fiorentina con tutt’altro status rispetto a quando se ne andò nel 2019 grazie a quanto ottenuto col Milan, e delle primissime impressioni che la sua squadra ha dato sul campo.
È bene sottolineare che siamo davvero alle battute iniziali e che il calcio di luglio è storicamente poco probatorio, ma il nostro mestiere ci impone di parlare sempre di attualità. E l’attualità ci suggerisce la Fiorentina pare avere già assorbito alcune idee di gioco del nuovo allenatore. Di certo, non sarà più una squadra speculativa come quella del suo predecessore. Piaccia o meno, Pioli ha intenzione di dare un’identità precisa alla squadra, nella quale torneranno di grande moda concetti come pressing offensivo e riaggressione. Forse non esasperati come ai tempi di Italiano, ma sicuramente più frequenti della versione di Fiorentina vista con Palladino.
Le sensazioni sono buone, la squadra sembra recepire bene le novità tattiche, e ciò basta a rendere tranquilla la piazza nonostante al momento il calciomercato viola stia vivendo una fase di stallo. Pioli lo aveva già annunciato durante la conferenza stampa di presentazione: vuole valutare al meglio i calciatori a propria disposizione e sta già compiendo scelte difficili. Per cominciare, ha rinunciato fin da subito ai vari Barak, Brekalo Ikoné e Nzola.
Dopo le prime due settimane è stata la volta di Riccardo Sottil, che non godrà di grande popolarità a Firenze (tutt’altro) ma resta un giocatore di valore, che l’anno scorso disputò una buona prima parte di campionato in maglia viola prima di andare a scaldare la panchina a Milano. E che poteva rappresentare una variabile tattica sullo spartito. Una sorta di ‘jolly’, non come esterno a tutta fascia – difficilmente proponibile, in effetti – ma come esterno offensivo per sparigliare le carte nei secondi tempi di certe gare, in cui la gamba del classe 1999 avrebbe potuto fare comodo. Ecco perché la decisione presa da Pioli non è così banale. Decisione sulla quale, oltre alle questioni tattiche, sembrano aver influito anche motivi comportamentali. Intanto, è stato reinserito Sabiri, sul quale neanche lo scommettitore più spericolato avrebbe puntato anche solo come giocatore che prende parte al ritiro. Insomma, Pioli non si sottrae dal prendere decisioni complicate o imprevedibili.
Il tecnico si prenderà tutta la tournèe inglese per tirare le somme, con particolare attenzione alle amichevoli con Leicester City, Nottingham Forest e Manchester United. Poi, con la speranza che nel frattempo si sia mosso qualcosa anche in uscita, la rosa verrà completata. I profili cercati al momento sono arcinoti: un centrocampista di gamba, un vice Dodo e, molto probabilmente, un altro attaccante. Tuttavia, per essere certi occorrerà aspettare ancora qualche giorno e le indicazioni del mister. Detto ciò, se la Fiorentina avesse la possibilità di chiudere domani un colpo come Kessie non aspetterebbe di certo il 9 agosto. La società e Pioli hanno una strategia di massima, ma il mercato può cambiare in qualsiasi momento, presentandoti finestre di occasioni che vanno colte al volo.
Di
Marco Zanini