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Pioli, pomeriggio amarcord tra ricordi ed emozioni: tra Prandelli e Buso ripensando a Borgonovo

Per il libro del suo storico procuratore Carlo Pallavicino, il tecnico viola si è concesso qualche ora immerso nei ricordi

C’è un momento, nella vita di un uomo di calcio, in cui il rumore degli stadi lascia spazio al sussurro dei ricordi. Ieri, nella libreria Red di Piazza della Repubblica, Pioli ha vissuto uno di questi. Nessuna lavagna tattica, nessuna domanda sul modulo: solo la memoria, capace di riportare a galla il ragazzo che fu prima ancora dell’allenatore che è. Davanti al libro “Ci chiamavano sciacalli”, scritto dal suo storico procuratore Carlo Pallavicino, Pioli si è immerso in un viaggio a ritroso. Così scrive La Nazione.

RICORDI. Ha scelto il silenzio sull’attualità, ma ha aperto il cuore al passato, insieme ad amici e compagni di un tempo, da Prandelli a Ulivieri, dai fratelli Lucarelli a Vigiani, fino a Buso e Roggi. Non è mancato il riferimento a un momento toccante, quello del 2008 quando al Franchi si giocò l’amichevole per il suo ex compagno in viola Stefano Borgonovo, malato di Sla: «Ci guardavamo tra di noi perché non sapevamo come avremmo trovato «Borgo». Poi invece quando l’abbiamo visto con lo sguardo vivo ci siamo lasciati andare ad un abbraccio. Era un ragazzo sempre disponibile e sorridente: vederlo in quella situazione lì è stato emozionante».

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