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Pioli-Pisacane, duello tra generazioni. Il legame con Astori, il vice Murelli: giornata di emozioni

Uno debutta, l’altro torna in A con la Fiorentina. Vent’anni di differenza, il Cagliari lancia Esposito dopo che la piazza non ha gradito l’addio di Piccoli

Il debuttante e l’esperto. Tra Fabio Pisacane e Stefano Pioli ci sono 20 anni di differenza. Ma, soprattutto, il trentanovenne napoletano che oggi debutta sulla panchina del Cagliari ha guidato la squadra solo una volta in B (insieme a Roberto Muzzi), mentre il cinquantanovenne parmigiano che è appena tornato alla guida della Fiorentina (dove è stato calciatore dal 1989 al 1995 e tecnico dal 2017 al 2019) ha totalizzato 778 panchine delle quali 493 in serie A. La vera differenza sta qui, scrive La Gazzetta dello Sport.

EMOZIONI. Oggi, comunque vada, anche se non sarà un successo sarà un giorno importante per entrambi. Pisacane non si è nascosto: «Sono emozionato». Pioli è rimasto chiuso senza parlare (lo aveva giovedì sera a Presov) nel resort di Santa Margherita di Pula dove la Viola ha fatto tappa post Slovacchia. Ma è chiaro che oggi proverà nuove sensazioni, ma cercherà di non farsi trasportare dalle emozioni. Se non al minuto 13, quando, dopo aver ricordato, al minuto 11 il leggendario Gigi Riva, un unico applauso unirà le due squadre nel ricordo di Davide Astori che ha indossato le due maglie e che a Pioli era legatissimo. Pisacane che da difensore il 10 novembre 2019 alla Viola fece il secondo dei 5 gol in quel 5-2, alzò le braccia verso lassù ricordando Davide.

MURELLI ED ESPOSITO. Insomma, Pisacane e Pioli trovano dei punti in comune. Ma uno su tutti unisce il loro percorso da tecnico. Oggi il vice del tecnico rossoblù è quel Giacomo Murelli che dal Parma al Milan è stato lo storico collaboratore di Pioli. I rapporti si sono chiusi. Murelli non ha seguito il suo mentore all’Al Nassr, ma è tornato in pista a Cagliari. Perché Pisacane ha impressionato con la sua Primavera che ad aprile ha vinto la coppa Italia battendo il Milan all’Arena Civica, ma in serie A ci è stato solo da calciatore. Prima del via Giulini gli ha ceduto due pezzi da novanta: Zortea al Bologna e Piccoli proprio alla Fiorentina. Ma il bomber da 10 reti del torneo scorso, diventerà viola probabilmente domani. Anche per evitare caos ambientale. La piazza non ha gradito. Oggi davanti schiererà quel Sebastiano Esposito che a giugno sembrava piacesse anche alla Fiorentina. Che, invece, è andata dritta su Piccoli investendo 27 milioni.

DI NUOVO IN A. Pioli si riaffaccia in quella serie A che gli mancava. E’ andato a prendere i soldoni degli arabi. Ma un anno può bastare. Dimessosi Palladino, la dirigenza non ha avuto alcun dubbio. Ha voluto lui che a Firenze è amato e con i calciatori sa trovare un feeling immediato. Oggi la gestione è tutto. E questo per Pioli, che allena da più di 20 anni e ha vinto uno scudetto col Milan proprio grazie alla capacità di tenere unito il gruppo, è il vero punto di forza. A Firenze si respira un bellissimo clima. Pioli è partito forte nel playoff di Conference, ma per coltivare sogni di vera gloria serve macinare e correre in campionato. Oggi si comincia.

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