Tanti, a Firenze, parlano e pensano a quello che sarà il futuro della Fiorentina. Fra plusvalenze, cessioni o acquisti, ed un incertezza proprietaria che aleggia sempre sulle teste dei tifosi. Ma c’è anche chi pensa al presente. Uno su tutti, Stefano Pioli. Che di pensare a cosa succederà fra qualche mese non gliene può fregare di meno. Anzi, lavora sul presente per influenzare il futuro. E questi, per lui, sono giorni di riflessione e di lavoro. E’ vero che ha perso quasi una squadra intera per gli impegni delle varie nazionali, ma la base per lavorare bene c’è comunque.
Manca qualche interprete, alcuni fondamentali (ed altri meno al momento), ma al chiuso del centro sportivo sono in atto, come detto, riflessioni ed esperimenti. Partiamo da un dato di fatto. Chi si aspetta il cambio di modulo già dalla partita contro l’Udinese potrebbe rimanere deluso. Difficile pensare che in dieci giorni la squadra abbia metabolizzato un cambio piuttosto radicale. Anche perché l’occasione per provare tutti i titolari con il nuovo sistema non ci sarà, con Pezzella, ad esempio, che tornerà a disposizione con Sanchez solo dalla giornata di venerdì. Ecco quindi che, al momento, sembra molto più probabile una Fiorentina classica, schierata con il 4-2-3-1, domenica all’ora di pranzo contro l’Udinese. Di certezze non ce ne sono molte, in questo momento, ma quelle poche Pioli le vuole sfruttare. Anche perché, e questo è un dato di fatto, cambiare modulo significherebbe ripartire completamente da capo. Ammettere di aver, in qualche modo, sbagliato vanificando una parte di lavoro svolto fin dai primi giorni a Moena.
Il concetto è uno, anche molto semplice nella sua banalità: per cambiare movimenti e situazioni di gioco serve tempo, dieci giorni (con la squadra decimata) non possono bastare per collaudare il nuovo sistema. Tutto ruota intorno al centrocampo a tre. Indipendentemente dai singoli (la posizione di Benassi, quella di Saponara e via discorrendo) Pioli si è accorto che la Fiorentina soffre a centrocampo. Che i due mediani sono quasi sempre in inferiorità numerica e che spesso non riescono a ribaltare il gioco con efficacia quando la squadra deve ripartire. Lampante la partita contro il Chievo, che ha dominato a centrocampo (con giocatori normalissimi) proprio perché in superiorità numerica. E’ chiaro che il 4-2-3-1 ha dei vantaggi nella metà campo avversaria, ma in questo momento la Fiorentina fatica troppo a sopportare quattro giocatori offensivi. Da qui la riflessione di cui prima, che ha portato a qualche esperimento tattico durante questa pausa. La sensazione è che si vada verso il 4-3-3, che nei tre offensivi può diventare tranquillamente anche un 2-1 o un 1-2, per permettere in certe situazioni alla Fiorentina di andare in verticale con la presenza di Saponara, quando fisicamente sarà al meglio della forma.
Tutto giusto, probabilmente prima o poi lo vedremo, perché questa squadra sembra cucita proprio su una mediana composta da Veretout, Badelj e Benassi, ma adesso forse è ancora troppo presto. Pioli ed il suo staff hanno ancora a disposizione una settimana per decidere ma, ripetiamo, la sensazione al momento è che il lavoro di questi giorni sia in previsione futura (anche se non troppo in là con il tempo) e che contro l’Udinese possa essere riproposto il modulo che abbiamo visto fin qui.
Di
Alessandro Latini