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Pioli e la difesa… a due e mezzo. Astori regista basso, e Lazio sotto scacco

Un difensore in più per attaccare di più. Intorno a un felice paradosso Stefano Pioli ha conquistato nel suo vecchio stadio un punto che in buona parte gli appartiene. Per la strategia iniziale, per le scelte di formazione e per la trasformazione tattica del secondo tempo, quando ha messo quel difensore (Vitor Hugo), tolto un terzino (Laurini), schierato la difesa con 3 centrali, arretrato Chiesa sulla linea del centrocampo a destra e avanzato sulla stessa linea Biraghi a sinistra, accentrato Benassi nel ruolo di trequartista e mantenuto l’attacco a due con Simeone e Babacar.

Se Spalletti ha coniato la difesa a tre e mezzo, Pioli ha elaborato il concetto e ha trasformato quella della Fiorentina, dal 20′ del secondo tempo, a due e mezzo. Ha realizzato l’operazione aritmetico-tattica attraverso il movimento di Astori che, da quel momento, ha agito come regista aggiunto sul centrosinistra, lasciando dietro solo Pezzella e Vitor Hugo. Il lavoro da play del capitano non è stato affatto immune da errori, i suoi cross e i suoi tocchi non hanno avuto il dono della precisione, ma in quel modo la Lazio, che era già in difficoltà sul piano atletico, era costretta a occuparsi di due fonti di gioco. Come conseguenza diretta, Benassi (e poi Saponara), come trequartista, aveva una libertà inattesa e gradita.

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