Rispetto alla scorsa stagione il tecnico ha più soluzioni da poter scegliere, molto dipenderà dalla condizione e dall’avversario
«L’anno prossimo voglio una rosa non troppo numerosa, ma con un alto livello di competitività. Chi ha fatto bene potrà crescere ancora, ma per consolidarci avremo bisogno di qualità e competizione».
Così parlò Stefano Pioli. Era il 20 maggio e, a San Siro, si era appena concluso il campionato. Parole chiare. Precise. Del resto, l’allenatore, si era già confrontato con la società. E con Corvino in particolare.
Il dg lo ha ascoltato, e si è mosso di conseguenza. La domanda, al netto degli ultimi giorni di mercato (si chiude venerdì alle 20) è: missione compiuta? Risposta: i numeri (e non solo) sembrano dire di sì. Con l’arrivo di Edimilson Fernandes infatti (che ieri ha sostenuto le visite mediche) la Fiorentina si ritrova con due squadre. Almeno due alternative, in ogni ruolo, e con una qualità media (sulla carta) aumentata.
PORTIERI. Il titolare è Lafont. Un giovane (classe ‘99) che in queste settimane ha già conquistato tutti. Talento, personalità, carattere. Il francese (pagato 8,5 milioni) rappresenta l’investimento maggiore di questa estate e, sul fatto che parta come numero uno, non si discute.
Alle sue spalle, al momento, c’è Dragowski. Un altro giovane che, però, vorrebbe andare a giocare. In caso di cessione, Corvino, andrebbe a caccia di un 12 esperto, con un’operazione che dovrà essere necessariamente low cost.
DIFESA. Anche in questo caso, le gerarchie son ben definite. Si parte con la linea a quattro composta da Milenkovic, Pezzella, Vitor Hugo e Biraghi. A destra, la prima alternativa è Laurini, al quale si unisce Diks.
Non è da escludere, per questo, che uno tra l’olandese e il francese possa partire. Di certo, si cercherà di piazzare in prestito Venuti. In mezzo, dietro ai due titolari, c’è Ceccherini, acquistato dal Crotone per (circa) 3 milioni.
Oltre al livornese c’è Hristov, ma la sensazione è che in caso di emergenza, verrà riportato al centro Milenkovic. Senza dimenticare un altro volto nuovo, Hancko, teoricamente riserva di Biraghi ma capace di esprimersi anche da centrale mancino al posto di Vitor Hugo.
CENTROCAMPO. È il reparto che, forse, convince di meno. Perso Badelj infatti, non è arrivato un giocatore che, in partenza, offra le stesse garanzie del croato. In teoria, il terzetto titolare dovrebbe essere quello composto da Benassi, Veretout (Pioli sembra sempre più orientato a spostarlo in mezzo) e Edimilson. In questo caso però, le gerarchie non sembrano così chiare.
Certo, Benassi e Veretout sembrano inamovibili, ma per la terza maglia ci sarà da battagliare. Dabo, Norgaard (fin qui il danese non ha convinto a pieno) e Gerson scalpitano, e permetteranno all’allenatore di poter scegliere ogni settimana in base ad avversari, esigenze, e stato di forma.
Senza contare che, il brasiliano arrivato dalla Roma, offre al mister pure la possibilità di cambiare modulo, schierandolo da trequartista. Ad oggi, in rosa, ci sono anche Saponara e Cristoforo per i quali, Corvino, sta cercando in tutti i modi una sistemazione.
ATTACCO. Era in questo reparto che Pioli si aspettava gli interventi più importanti. Del resto, i numeri dello scorso anno, parlano chiaro. Servivano (servono) più gol. Per questo è stato preso Pjaca che, con Chiesa e Simeone, formerà il tridente titolare nel 4-3-3 immaginato fin da Moena.
Oltre al croato, è arrivato anche Mirallas. Un’alternativa ai due esterni ma, come visto anche con lo Schalke, pure al Cholito. Il vice-centravanti, comunque, dovrebbe essere Vlahovic.
E poi Eysseric. Il francese (che resta in bilico dal punto di vista del mercato) a oggi è l’ala sinistra di riserva. Restano i giovani: Sottil e Montiel. Il primo, però, dovrebbe andare in prestito. La missione, in teoria, è stata portata a termine. Non resta che aspettare l’unico, vero, inappellabile giudice: il campo.
Di
Redazione LaViola.it