Focus
Piccoli e quei 25 milioni di dubbi. Emblema di un mercato senza gioie
L’acquisto più oneroso della storia viola, a Mainz un’altra prova con tanti errori. E una contraddizione tattica di fondo. Ora palla a Vanoli
Sbagliato gettare la croce o le responsabilità verso un singolo. Perché nella situazione da incubo della Fiorentina c’è spazio per tutti. Chi ha costruito questa rosa, chi non ha trasmesso niente alla squadra, fino al campo dove né i ‘senatori’, né i presunti leader, men che meno chi dovrebbe metterci quel pizzico di qualità sta facendo qualcosa di risolutivo. La difesa ripete sempre errori e leggerezze, il centrocampo non protegge, non fa girare la squadra e non offende, gli esterni spingono poco e là davanti non segnano. Ecco, a proposito di attacco, dalla serata di Mainz restano negli occhi soprattutto gli errori in zona gol.
SERIE DI ERRORI. Di Kean, sì, per quel colpo di testa in solitaria spedito a lato. Ma anche di Roberto Piccoli. Soprattutto quel ‘piattone della paura’, quando era da solo, solissimo, davanti al portiere nel primo tempo. Poteva essere il 2-0, il gol della sicurezza. Invece la palla è finita centralmente, mentre alle stelle un tiro poco prima e a lato un diagonale nella ripresa. Peccato, perché in avvio era stato l’attaccante viola a servire a Sohm il pallone del vantaggio. Mentre poi lo stesso Piccoli ha stoppato, suo malgrado, il tiro a botta sicura di Fazzini nella ripresa. Non solo sfortuna, perché il movimento del centravanti in quell’occasione è stato proprio sbagliato.
IL PIU’ CARO. Piccoli si è dato da fare, ha lottato. Ma nelle pieghe della partita si è notata ancora una volta la sua difficoltà a livello tecnico. Spalle alla porta e non solo. Con un salto da Cagliari a Firenze ancora da assorbire anche a livello di personalità. La sensazione è che in questo periodo di buio totale nella Fiorentina, le pressioni finiscano per affossare non solo i più esperti, ma soprattutto chi non è abituato a determinati palcoscenici o a determinate difficoltà. Fermo restando, come detto in apertura, che non si sta salvando nessuno. Ma Piccoli paga inevitabilmente la spesa estiva per portarlo a Firenze. La Fiorentina, dati a bilancio, ha investito addirittura 25 milioni per vestirlo di viola. L’acquisto più oneroso della storia gigliata, se andranno a definirsi anche i bonus.
CONTRADDIZIONE DI FONDO. Una cifra che pesa sulle spalle di Piccoli, considerato da tanti un centravanti giovane (comunque 24enne) e dal sicuro avvenire, anche in ottica Nazionale. Avrà tempo e modo per dimostrarlo, tutti lo sperano, ma ad oggi resta una delle grandi contraddizioni dell’estate viola. E di un mercato che ha portato Pradè a investire (male) oltre 90 milioni di euro complessivi. Cifra astronomica ribadita dall’ex ds in sede di responsabilità da prendersi. Un gol all’attivo, contro il Sigma Olomouc, per Piccoli, ma anche diversi errori davanti alla porta che hanno penalizzato lui e la squadra. Quello contro il Napoli a tu per tu con il portiere, un paio di chance non sfruttate con il Como, prima contro il Torino, la sfortunata traversa contro la Roma. E soprattutto una contraddizione di fondo: preso per fare da spalla a Kean, l’intesa con Moise non è mai scattata ed è finito presto a fare la riserva. Anche per riportare Kean a fare reparto da solo. Un lusso da 25 milioni che la Fiorentina non può permettersi.
LA MISSIONE DI VANOLI. Ora starà a Vanoli cercare di trarre il meglio anche da Piccoli, uno che comunque lo scorso anno ha segnato 12 gol in una squadra come il Cagliari (e l’anno prima 5 reti da punta part-time a Lecce). A Venezia e a Torino Vanoli giocava spesso con le due punte, lo stesso Kean in Nazionale gioca insieme a Retegui. Piccoli è ovviamente un giocatore diverso (e a un livello ad ora diverso): il nuovo tecnico riuscirà a sfruttare il potenziale offensivo, laddove Pioli ha clamorosamente toppato? Solo il campo darà le sue risposte. Ma senza dubbio sbloccare (mentalmente, tatticamente e tecnicamente) l’acquisto più oneroso della storia viola è una delle grandi sfide del nuovo corso.
