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Piatek, il feeling con Prandelli e un inizio di stagione tra alti e bassi. A gennaio…

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Vlahovic, Cutrone e Kouame: un mese e mezzo e otto partite per sbloccarsi e convincere. Il polacco ‘lancia messaggi’ dalla Germania

Un mese e mezzo e otto partite da ora a gennaio per rialzare la Fiorentina e poi porre qualche eventuale correttivo sul mercato. Chiaro che per Cesare Prandelli il primo obiettivo sia trovare una chiave per sbloccare gli attaccanti della Fiorentina. Da un Kouame versione centravanti che non ha convinto, a un Vlahovic che è parso involuto negli ultimi mesi, fino a un Cutrone che ha avuto poche chance e su cui pende un obbligo di riscatto in base alle presenze che ad ora pare non facilmente raggiungibile. Sui tre giovani viola c’è poi l’ombra di Piatek: uno dei centravanti più cercati in estate dalla Fiorentina, che poi ha deciso di puntare sulla crescita dei tre ragazzi davanti. Cosa che, almeno per ora, non è però avvenuta.

DUE GOL IN OTTO GARE. Vuoi per demeriti dei singoli, vuoi per un gioco che poco esaltava le caratteristiche degli attaccanti, la Fiorentina ha trovato in otto partite (tra campionato e coppa) appena due gol dalle sue prime punte (uno di Vlahovic e uno di Kouame), riuscendo peraltro a portarli anche con scarsa continuità al tiro. Ora con Prandelli, allenatore che ha spesso esaltato i suoi attaccanti, la missione è proprio quella di capire se si può puntare ancora su almeno uno tra Dusan, Patrick e Christian. Con Kouame, tra l’altro, visto da Prandelli più seconda punta o esterno, che centravanti. Del resto, Cesare lo aveva già avuto al Genoa. Così come Piatek.

NUOVO TENTATIVO? E proprio tra Piatek e Prandelli è rimasto un bel feeling dopo le poche settimane passate insieme a Genova. Non a caso il polacco è stato tra i primi a fare l’in bocca al lupo via social al nuovo tecnico viola. E visto che l’ex Milan e Genoa è stato a lungo corteggiato dalla Fiorentina già in estate, va da sé come l’idea possa tornare d’attualità anche a gennaio. Specie se nel frattempo non saranno stati risolti i problemi in attacco. Nel mercato estivo furono fitti i contatti con l’Hertha Berlino, che era disposto anche a cedere il giocatore ma solo a titolo definitivo, o al massimo con un prestito con obbligo di riscatto che andasse oltre i 20 milioni. Condizioni che la Fiorentina non valutò abbastanza valide per chiudere l’operazione. Piatek, del resto, avrebbe rappresentato una ‘scommessa’, considerata l’ottima stagione di due anni fa tra Genoa e Milan ma anche l’ultimo anno parecchio complicato tra rossoneri e tedeschi. Non uno Dzeko o un Milik, per dirla con le parole di Pradè.

FEELING. La situazione potrebbe cambiare a gennaio soprattutto se l’Hertha aprisse al prestito con diritto di riscatto. Senza obbligo. Con Prandelli Piatek giocò appena 5 partite al Genoa, segnando ben 3 gol (sarebbero stati 4, ma contro l’Atalanta fu assegnata autorete a Zapata). Un paio di mesi di lavoro insieme che fecero subito scattare la scintilla, anche se Cesare fu costretto a lasciarlo partire di fronte ai milioni del Milan: “Ha tutte caratteristiche importanti, è completo: ha forza, un buon fisico, resistenza, intuizioni per leggere le giocate. Può giocare da prima o seconda punta, è molto lucido in area. Per l’età che ha, può diventare uno dei centravanti più importanti d’Europa. Lo vedo in un top club”, disse di lui il tecnico ora alla Fiorentina. Con il rammarico di non averlo potuto allenare per più tempo. Le strade, chissà, potrebbero ricongiungersi tra un paio di mesi. Anche il giocatore, che già aveva dato il suo benestare in estate, avrebbe una motivazione in più per tornare in Italia.

INIZIO TRA ALTI E BASSI. Ma com’è andata fin qui la stagione di Piatek? Con l’Hertha Berlino era partito titolare nelle prime due partite, ma aveva combinato poco davanti. Così è poi finito sempre in panchina, entrando sempre nella ripresa nei cinque match successivi. Un assist nel ko contro il Bayern, tre scampoli di partita contro Stoccarda, Lipsia e Wolfsburg fino alla grande giornata sul campo dell’Augusta, nell’ultimo turno di Bundesliga: partito dalla panchina, è entrato dopo l’intervallo servendo prima l’assist per il 2-0 e siglando poi la rete del tris dei suoi (nel mezzo anche un palo colpito). In Nazionale, intanto, si è tolto altre soddisfazioni, con due gol segnati nelle quattro gare giocate da settembre. L’ultimo qualche giorno fa, nel 2-0 contro l’Ucraina, con un tiro dalla distanza a porta vuota.

https://www.youtube.com/watch?v=uPYt0vwOqYI

(da 1′ 15” il gol di Piatek)

(da 1′ 12” palo e gol di Piatek)

(da 3′ 05” il gol di Piatek)

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