Se la Fiorentina riuscirà dopo sei anni a coronare il sogno di tornare in Europa molto, se non tutto, passerà dalla vena realizzativa dei suoi attaccanti
Delle due punte in particolare ovvero quel ruolo – consegnato a gennaio nelle mani, anzi nei piedi, di Piatek e Cabral dopo l’addio di Vlahovic – che in questo finale di stagione ha lasciato troppo spesso a desiderare in fatto di gol, scrive stamani Il Corriere dello Sport. Il successo di lunedì contro la Roma ha restituito a Vincenzo Italiano ritrovate certezze sull’apporto degli esterni, ma al contempo ha evidenziato un momento di flessione dei centravanti che si sono dati il cambio al 75’, incapaci di andare alla conclusione verso la porta avversaria.
UN MESE DI DIGIUNO. Numeri alla mano, il nome di una punta della squadra di Italiano non figura nel tabellino marcatori ormai da più di un mese: era il 10 aprile quando Cabral, con un assolo sulla fascia sinistra e un colpo da biliardo sul secondo palo, chiuse i conti al Maradona con il Napoli, per quello che fino ad oggi è stato il secondo e ultimo gol dal suo approdo a Firenze. Da quel giorno l’ex Basilea ha disputato altre sei partite, tra campionato e Coppa Italia, giocando quasi sempre titolare (solo contro l’Udinese è partito in panchina) e nei successivi 460’ non è più riuscito a ripetersi.

Di
Redazione LaViola.it