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Piatek cresce sempre più, non solo sotto porta. È il nuovo ‘regista d’attacco’ viola

Crescita evidente di Piatek, non solo sotto porta. Aumenta sempre più l’intesa coi compagni del polacco, nuovo ‘regista d’attacco’ della Fiorentina

“Se imparerà a giocare anche lontano dall’area di rigore, potrà allargare le sue vedute calcistiche: non può limitarsi solo agli ultimi 16 metri”. Così, alla vigilia della gara con lo Spezia, Vincenzo Italiano parlò di Piatek.

REGISTA D’ATTACCO. In mezzo ai tanti elogi proferiti dal tecnico viola per il polacco, per atteggiamento e carica in allenamento ma anche per rendimento sul campo, vista la doppietta realizzata a Bergamo, anche la sottolineatura su cosa e dove si aspettasse una crescita da parte del pistolero. Nelle dinamiche di gioco d’attacco di questa Fiorentina, d’altronde, Vlahovic non era solamente il terminale offensivo, ma una sorta di regista d’attacco. Dal serbo, infatti, passavano quasi tutti i palloni di bassa o media altezza in fase di ripartenza di Biraghi (non a caso tra i calciatori con il maggior numero di passaggi chiave in questa Serie A), così come quelli alti di Terracciano, assieme a quelli in profondità. La sponda del nove che si abbassa per venire incontro al pallone mettendo in moto l’esterno offensivo di turno o la mezz’ala d’inserimento, sono un must del credo tattico di Italiano. La crescita di Piatek su tale aspetto, oltre che ad occhio nudo, la si nota anche nei numeri.

PROGRESSIONE. 25 palloni giocati in 70’ a Cagliari, 11 passaggi riusciti, 6 in avanti;

40 palloni giocati, 18 passaggi riusciti, 10 in avanti contro l’Atalanta, in 100’;

34 palloni giocati in 79’, 17 passaggi riusciti, 10 in avanti con lo Spezia.

Così come è cresciuta l’intesa coi compagni nel cercarlo e nel trovarlo, non solo negli ultimi metri d’attacco, il polacco è migliorato tantissimo nel farsi trovare e nel proporsi. A Cagliari, non a caso, Biraghi sbagliò un’infinità di passaggi in avanti, non trovando praticamente mai Piatek e finendo per regalare spesso e volentieri il pallone agli avversari (più e più volte il capitano della Fiorentina si lasciò andare a ‘sbracciate’ di frustrazione per dei meccanismi che, in tal senso, non stavano funzionando). Piatek, inoltre, è migliorato anche nel suggerire la giocata ai compagni. Basta vedere il numero di passaggi in avanti, nei numeri, o ricordare il modo in cui più volte ha messo in moto, a volte anche di prima, quando la mezz’ala quando Gonzalez.

CABRAL. Il tutto in attesa di Cabral. Per quanto il brasiliano abbia giocato una manciata di minuti contro lo Spezia, il lavoro che sta facendo sull’ex Basilea Italiano è lo stesso. Per il momento sono i due attaccanti che devono adattarsi alle richieste di Italiano, piuttosto che il tecnico a dover trasformare le dinamiche di gioco della Fiorentina per andare incontro alle loro caratteristiche. Idem per Ikoné. Fin qui le risposte migliori le ha date Piatek, evidenziando duttilità e ottime capacità di apprendimento. Il ballottaggio tra Piatek e Cabral, dunque, si farà sempre più serrato dal momento in cui l’ex Basilea riuscirà ad inserirsi al meglio nei meccanismi d’attacco di questa Fiorentina. Il futuro, poi, chissà. Il diritto di riscatto che si è garantita la società viola sul polacco offre ampi margini di valutazione.

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